COSA ACCADE SE SI RITORNA AL VOTO E LEGA E M5S COLLEZIONANO IL DOPPIO DEI CONSENSI?
Ok, lo stop di Mattarella a Savona è mosso dalla necessità di salvaguardare il risparmio e l’unità nazionale, esposti, a parere del Capo dello Stato, ad un enorme rischio per le possibili politiche anti UE che il suddetto Ministro avrebbe potuto portare avanti. La stessa unità nazionale che sparì dal tavolo delle argomentazioni, quando si decise di nominare Bossi come Ministro delle riforme istituzionali, quel Bossi che invocava la secessione con i fucili e dichiarava di pulirsi il culo con il tricolore. Ok, non è il ministero dell’economia, ma diciamo che affidare il Ministero delle Riforme istituzionali ad un tipo che invoca la secessione violenta non è stato proprio un toccasana per l’unità nazionale. Ma al netto di questo paragone, qui bisogna fissare un punto nel dibattito. Cosa accade se si ritorna al voto e Lega e M5S, portando avanti una campagna elettorale su temi anti UE, collezionano il doppio dei consensi? A quel punto Mattarella potrà ancora ostacolare la nomina di alcuni ministri o del Presidente del Consiglio in nome dell’unità nazionale? Rivotiamo fin quando non vincono forze europeiste? Cioè ci stiamo dicendo che una formazione anti euro può esistere solo se rimane al 10% e qualora invece dovesse raggiungere i numeri per governare, potrà essere ostacolata in virtù delle proprie “pericolose” idee di politica economica? Non sto evidentemente difendendo gli anti-euro, mi fa ridere solo il pensiero, sto semplicemente cercando di riflettere su un punto: avere alcune precise idee di politica economica, può diventare un ostacolo verso il Governo del nostro Paese, anche se si ha una maggioranza parlamentare? Questo è il punto su cui dibattere.
