IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI E LE RIFORME
Il taglio dei parlamentari non mi piace. Non l’avrei mai considerata una priorità. Poche cose però mi fanno incazzare come il moralismo piagnone dei Calenda e dei Parisi secondo cui votandolo la sinistra “snatura se stessa”. Tutta gente che ha votato sì al referendum che i parlamentari li tagliava, mi pare. Allora diciamo una cosa: grazie alla strategia dei popcorn il taglio dei parlamentari era arrivato alla terza lettura, a un passo dall’approvazione definitiva senza contrappesi e garanzie. Domani verrà approvato con questo impegno della maggioranza, che accoglie tutti i rilievi avanzati in aula dagli esponenti di Pd e LeU, che non si sono mai detti contrari in linea di principio (il taglio dei parlamentari è stato sempre nei programmi elettorali di Ulivo e Pd), ma solo per la mancanza precisamente di queste garanzie. Quali erano le alternative? Andare avanti coi gialloverdi, che l’avrebbero approvata senza. Oppure andare al voto e consegnare “i pieni poteri” a Salvini. In politica bisogna anche sporcarsi un pochino le mani, eh.
