ECUADOR: LA CITTÀ DI GUAYAQUIL FOCOLAIO DEL COVID-19, SANITÀ AL COLLASSO

ECUADOR: LA CITTÀ DI GUAYAQUIL FOCOLAIO DEL COVID-19, SANITÀ AL COLLASSO

Ospedali, obitori e cimiteri al collasso. Cadaveri nelle strade. Da giorni la città di Guayaquil, 2 milioni 700mila abitanti, si è trasformata nel focolaio della pandemia in Ecuador, iniziata ufficialmente il 29 febbraio: il 71 per cento dei casi è localizzato qui, con 369 morti ufficiali, il cui numero è destinato a salire. Secondo le proiezioni, nelle prossime settimane, saranno circa 3500 in tutta la provincia.Non sono del tutto chiare le ragioni che hanno fatto di Guayaquil l’epicentro dell’infezione. Si tratta di una città popolosa, ricca, che in questi anni ha conosciuto un enorme sviluppo e ha richiamato lavoratori dalle zone vicine. Tra gennaio e febbraio, per le vacanze estive, molti abitanti sono stati in Europa e negli Usa da dove probabilmente hanno importato il virus. Senza che il governo, al loro rientro, abbia messo in atto misure minime di controllo negli aeroporti.A questo si sommano i tagli alla sanità degli ultimi anni. “Il governo di Lenín Moreno” dice Jonathan Báez, economista dell’Universidad Central de Ecuador “ha tagliato la spesa da sanitaria e l’ha portata da 306 milioni di dollari nel 2017 a 110 nel 2019”. Non male per un presidente che si era presentato alle elezioni come il continuatore delle politiche del suo predecessore, il progressista Rafael Correa, di cui era anche stato vice dal 2007 al 2013. I risparmi sono serviti a pagare il debito nel frattempo contratto con il Fondo monetario internazionale, “mentre ci assicuravano che l’austerity e i tagli avrebbero fatto bene all’economia”. Il risultato? Nelle zone rurali la povertà supera il 70 per cento e otto ecuadoriani su dieci non godono di nessuna forma di sicurezza sociale. Gli anziani sono totalmente a carico delle famiglie, nella migliore delle ipotesi, e questo abbatte anche la capacità di risparmio di queste ultime.È in questo contesto che scoppia, a ottobre 2019, la “rivolta dei carburanti” (www.alganews.it/2019/10/06/ecuador-proclamato-lo-stato-deccezione-per-la-rivolta-dei-carburanti/), dovuta al tagli dei sussidi statali sui combustibili, che avrebbe fatto aumentare tutti i prezzi al consumo, oltre a incidere direttamente sul costo dei trasporti pubblici per studenti e lavoratori. Davanti alle proteste durate vari giorni, con tanto di proclamazione dello stato d’eccezione, il governo fa marcia indietro e ritira il provvedimento (www.alganews.it/2019/10/15/ecuador-torna-la-calma-dopo-il-ritiro-del-paquetazo/) Ma non cambia le politiche neoliberiste con cui aveva governato fino ad allora. Politiche, nella crisi per il coronavirus, mostrano la loro debolezza.