IL NEMICO ERA ALLE PORTE MA NON LO SAPEVAMO

Sul Corriere della sera di oggi una bella ricostruzione di come è arrivata l’epidemia e la grottesca saga degli errori fatti da tutti. Il 2 febbraio il virologo Burioni afferma che “da noi il rischio è pari a zero” . Il 21 febbraio, a Codogno, il Paziente 1 e l’epidemia scoppia a livello ospedaliero. Nel governo il ministro della Salute Speranza (unica Cassandra, unico chiaroveggente) è per la linea dura subito, “Chiudiamo tutto”. Conte invece in quel momento propende per chiudere il Paese un pezzo alla volta, convinto che solo quando tutti avranno paura un provvedimento così coercitivo potrà essere tollerato.Intanto, in Lombardia, si esibisce il peggio del peggio. Il sindaco Sala (Pd) lancia la campagna #riapriretutto, lo segue il sindaco di Bergamo Gori (Pd), mentre Salvini (Lega) si sbraccia a mandare on line un video chiedendo “Riapriamo tutto” (ma tre giorni dopo per non farsi mancare niente dirà il contrario: “Chiudiamo tutto!”); intanto Zingaretti (Pd) va a un aperitivo pubblico sui Navigli, il governatore dell’Emilia Bonaccini (Pd) chiede che vengano tenuti aperti cinema e teatri, quello del Veneto Zaia (Lega) vuole che restino aperte anche le terme… Miopia, errata valutazione del pericolo, incoscienza, ricerca del consenso politico invece che preparazione dei mezzi opportuni. Assomiglia al racconto consueto di tante guerre, quando il nemico è alle porte, le vedette avvisano che hanno visto i vessilli delle avanguardie nemiche, ma i generali degli Stati Maggior non ci credono e continuano a brindare. L’epilogo è inevitabilmente la disfatta.