INTER IN CHAMPIONS, EMPOLI IN B. SAN SIRO STASERA SI CHIAMAVA SAN SAMIR

“Prima dell’ingresso in campo sarà il momento di celebrare il nostro capitano, premiato dalla Lega Seria A come miglior portiere della stagione 2018/19”. Il capitano è Samir Handanovic, non il rintronato Maurito, se per caso ce lo fossimo dimenticato. Il messaggio che arriva agli abbonati poco prima della partita porta gli stessi a toccarsi per scaramanzia, anche se si rivelerà invece presago di buona sorte. C’è già abbastanza nervosismo tra i 64.000 presenti, che non si fidano di metà Inter, data in partenza: in primis dell’allenatore, ex Sciamano, poi dell’Achille e dell’Ettore di questo poema epico per deboli di mente, Icardi e Perisic, poi di molti altri che sono scazzatissimi, da Joao Mario a Miranda, da Cédric a Keita Balde. L’Inter però oggi gioca col sangue agli occhi e dimentica il tiki taka sterile (addio mia bella Napoli) che gli ha conferito negli ultimi due mesi l’andazzo di una candidata alla serie B. Altro che zona Champions. L’Empoli di Andreazzoli e dei mediani che non si fermano mai e segnano pure lascia all’Inter la sfuriata del primo tempo, ma ha l’occasione migliore: parata con la faccia, ci sembra dagli spalti, da San Samir. La curva non fischia Icardi, come al solito, e si accontenta di tiri da fuori (Brozo, Vecino, Politano…) ben deviati dal portiere empolese, Dragowski di nome e di fatto. L’Inter sembra elettrica anche perché esibisce la nuova maglia a righe più azzurre e con uno strano intrico di righe storte sul petto attorno alla scritta Pirelli, qualcosa che richiama la folgore ma anche il game over di un elettrocardiogramma andato male. È nel secondo tempo che succede tutto. Spalletti cambia da subito Asamoha con Keita, e arretra Perisic. E al 51′ Keita segna, dimostrando che per fare gol devi avere almeno un attaccante in campo. Icardi oggi altri non è che un povero ragazzo sperduto: sbaglia tutto e vaga con lo sguardo spento, fritto su una graticola sportivo famigliare. Peccato perché la serata è generosa con l’Inter, e con Maurito in particolare. Gli da un rigore per riscattarsi e chiudere la partita. Il ragazzo tatuato spara sul Drago di Empoli. E a questo punto salta tutto. Uscirà tra i fischi per il Toro, mentre la signora Nara commenterà: “chi tira i rigori, anche se sbaglia, ha i coglioni”. Contenta lei. L’Empoli favorito da un cambio dello Sciamano (Dalbert Disastro per Perisic) va in gol con Traoré al 71′ e comincia per l’Inter una corrida di uomini stanchi. Inutile farla lunga, perché sapete tutto. l’Inter trova lo stesso il gol (palo di Vecino, staffilata del Ninja) ma non la fine delle sofferenze. Anzi. Qui inizia lachanson de gestedel capitano vero, quello spilungone sloveno che è il miglior portiere della serie A. San Samir, in totale, salva il risultato almeno in 4 occasioni, trovandosi faccia a faccia con un empolese. Una volta si trasforma in un super eroe volante, un’altra, incantata la palla che gli balla davanti come in un sabba, chiede aiuto alla traversa. Alla fine, in pagella prende 10 più. Mentre Brozo segna da metà campo a porta vuota perché il Drago era andato a saltare nel box avversario. Ma Keita, che ha frenato il Drago, fa annullare il gol e finisce espulso (vedi a togliere la maglietta prima, gli direbbe la mamma). Fischio finale. Dopo aver preso la medicina per il cuore, i 64.000 tornano a casa con un nuovo Santo Patrono. Meritatamente in Champions, forse, ma l’Empoli di Andreazzoli non merita la B.