CI VUOLE UN FORTE PARTITO COMUNISTA

CI VUOLE UN FORTE PARTITO COMUNISTA

Per fare una guerra occorre un esercito. E oggi qui c’è una guerra da fare all’odio, all’ignoranza, al servilismo.Ma questo esercito non esiste nelle organizzazioni attuali, che abbondano invece di generali decorati di molteplici sconfitte, alcune veramente cercate e meritate. Il tatticismo che si sta portando avanti si basa sull’assunto che i pochi iscritti (i pochi battaglioni…) rimasti siano ben formati ideologicamente, abbiano una coscienza salda ed energie sufficienti per dedicarsi sia alla costruzione del soggetto unitario che al rafforzamento del partito comunista. Analisi inadeguata e che sarà smentita in maniera evidente da qualunque militante che abbia un minimo di polso del proprio territorio. Il binario che si apre è quindi doppio: dato per scontato che il rifiuto del settarismo impone la costruzione di una sinistra allargata, occorre capire che tale progetto potrà riuscire solo se si sarà in grado di invertire il declino del PRC, investendo energie e risorse anzitutto sul suo rafforzamento politico, a partire da un’adeguata formazione politica (pratica ma anche teorica, attraverso una riscoperta del modello perduto del marxismo-leninismo). La ricostruzione di un esercito non è cosa semplice, ma di sicuro non potrà avvenire sul terreno di un indistinto soggetto unitario di sinistra antiliberista incapace di dare le risposte politiche più adeguate. Lo insegna la storia italiana degli ultimi anni, ma soprattutto la storia intera del movimento operaio internazionale. Se la questione del superamento del capitalismo rimane attuale (e lo è per forza!) occorre capire che il processo fondamentale da attuare oggi è la ricostruzione di un partito comunista degno di nota, capace di aumentare il consenso sociale e rafforzare la propria organizzazione con un aumento degli iscritti e dei circoli territoriali. Questo è il problema vero all’ordine del giorno.Sempre più complicato considerando anche l’allontanamento da Potere al popolo.