LA DESTRA ESISTE ANCORA?
Mentre infuria la telenovela Pd – scioglierlo o non scioglierlo, questo è il dilemma – il centrodestra come sta? Male, grazie. In stato comatoso. Lo si sta cercando di rianimare ad Arcore, a suon di incontri col vincente Salvini, che però al momento non sembra volersi lasciar incantare dalle sirene del tempo che fu. Tajani, vicepresidente di Forza Italia, gufa da morire: “Dubito che possano (Lega e 5 Stelle) durare cinque anni, che il governo ce la faccia”. E forte del circa 8 per cento di consensi attuali dei forzaitalioti (scesi dalle elezioni del 4 marzo di oltre sei punti, stando ai sondaggi) tuona: “Salvini dica da che parte sta”. Beh, Salvini innanzitutto sta dalla parte di se stesso e probabilmente risponderebbe “da quella degli italiani”, che in questo momento lo amano alla follia. Sempre i sondaggi, ormai ripresi a ritmo quasi quotidiano dopo la pausa di agosto, sentenziano cifre inquietanti per gli anti governativi: il premier Conte, nonostante il suo silenzio, anzi, forse proprio per questo, è apprezzato dal 61 per cento degli italiani. Salvini dal 60 e Di Maio dal 57 per cento. Non male, eh? E infatti il povero Tajani, alla domanda se esista ancora il centrodestra, risponde: “Stiamo verificando”. Ecco, è bene che verifichino e a lungo prima, anche loro, dell’estinzione. Quella che merita il partito democratico, secondo Calenda, l’ultimo arrivato in casa Pd, ma che mesi si sta dando un gran daffare per avere voce in capitolo e completare l’opera di distruzione così ben avviata da Renzi. Calenda auspica da tempo un grandioso “fronte repubblicano progressista”, che “spazzi via un partito che l’unica cosa che vuole è una resa dei conti fra renziani e antirenziani. Nessuno parla con nessuno. Non ci si fida di nessuno. Renzi e Gentiloni non si parlano da marzo”. Lui ci aveva provato invitandoli a cena, ma gli è andata male. Quindi insiste: “Sono convinto che alle prossime elezioni (il Pd) non ci debba essere”. Quanto al nuovo segretario che sarà stabilito dal congresso prossimo venturo, Calenda l’innovatore dice: “Nel Pd l’unico segretario che si dovrebbe candidare è il presidente dell’Associazione psichiatria”. Bel quadretto, vero? Intanto il povero Martina, segretario pro tempore, non sa più che pesci prendere e tenta l’ultima difesa: “Chi pensa che il Pd si debba estinguere non capisce che oggi questa comunità è l’unico argine al pericolo di questa destra”. Insomma, il solito allarme son fascisti. In piena sintonia con quel ministro del noto paradiso fiscale di nome Lussemburgo che, attirandosi il disprezzo di tutta Italia, ha dichiarato che nel nostro paese ci sono “toni e metodi fascisti da anni ‘30”. O con quel Moscovici, nato in terra di Francia e commissario Ue, che vede all’opera in Italia tanti piccoli Mussolini. Sono da capirli, son disperati perché alle prossime elezioni europee il loro impero rischia di andare in frantumi. E fra la maggioranza degli italiani questa benedetta opposizione proprio non riesce a farsi sentire. Abbastanza ovvio, del resto, visto che in casa Pd, l’assurdo continua a essere molto apprezzato: il deputato Giachetti ha annunciato lo sciopero della fame per chiedere che sia fissata la data del congresso. Di questo passo, dovrà digiunare a lungo. Mentre, sull’altra sponda, ad Arcore, dovranno inaugurare un attrezzatissimo padiglione di rianimazione.
