ACCOUNT DI RANUCCI VIOLATO

Ieri la notizia della violazione dell’account di Ranucci ci ha scandalizzato. Abbiamo espresso solidarietà. Ci siamo stretti a lui. Ma oggi, a mente fredda, dobbiamo prendere atto di una nuova realtà: quella che ci dice che siamo tutti sotto attacco. Che la democrazia è sotto attacco. E no, non è un’esagerazione: è la realtà. Il perché è questo. L’attacco di ieri non aveva come obiettivo una vendetta contro un singolo giornalista. L’attacco di ieri aveva un altro obiettivo: punirne uno per educarne cento. Prendere un simbolo e farne un esempio per tutti. Il simbolo di un giornalismo scomodo che ha parlato di Moscopoli, fake news, fabbriche dell’odio. Cosicché al giornalismo italiano tutto arrivasse un messaggio chiarissimo: se tocchi i tasti sbagliati, sappi che potresti ritrovarti con qualcuno che sa dove vanno a scuola i tuoi figli. E così, oggi, la democrazia è un pochino più fragile. Perché uno dei pilastri più importanti del sistema democratico è il giornalismo d’inchiesta. Per tale ragione, dunque, reagire è vitale. Lo Stato deve rispondere con forza e dare a tutti, amici e nemici, un contro-esempio: se attacchi la democrazia con metodi mafiosi, paghi. E paghi caro. In alternativa, sarà il disastro: l’impunità incoraggerà nuovi attacchi. E il giornalismo perderà la propria libertà. Il risultato? Non avremo perso una battaglia. Ma l’intera guerra. E con essa la nostra democrazia.