ADESSO È IL MOMENTO DI STARE UNITI E AFFRONTARE L’EMERGENZA
Per capire l’atteggiamento di Repubblica verso il governo nelle attuali, straordinarie circostanze, bisogna andare in fondo all’intervista di Annalisa Cuzzocrea a Matteo Renzi: D. Questo governo è in grado di affrontare una crisi così profonda? Conte lo è?R. «Lo vedremo nelle prossime ore. Io spero di sì. E noi gli daremo una mano come abbiamo già fatto». Il che è una versione appena appena più edulcorata del cosiddetto bacio della morte; la “mano” della morte, appunto.E’ molto triste vedere certi politici promettere lealtà, solidarietà e unità d’intenti e contemporaneamente brigare, rimestare, alludere alla debolezza dell’azione di governo, quasi sempre con argomenti ridicoli tipo, “alcuni errori”, senza dire quali, “soluzioni pasticciate”, “misure insufficienti”, “mancanza di polso”, come se loro, invece, avessero avuto il know how bello e pronto per fronteggiare una pandemia di dimensioni planetarie provocata da un virus sconosciuto.In realtà quello che vogliono i vari Salvini, Berlusconi, Meloni, Fontana, Zaia, Renzi è impedire che Conte riesca nel suo ingrato compito di traghettare il paese fuori da questa vicenda tremenda, mettendogli i bastoni fra le ruote, ma in maniera subdola, come è successo con le bozze del decreto sull’allargamento delle zone rosse alla Lombardia ed alle province venete, mandata alla Cnn con tanto di firma dell’Ufficio Stampa della Regione Lombardia, salvo continuare a punzecchiare Conte imputando al governo un’incapacità di comunicare.Cercare di trarre un vantaggio politico da circostanze come quelle che stiamo vivendo, od anche soltanto immaginare che si possa provocare una crisi di governo, è qualcosa di impensabile in qualsiasi democrazia al mondo. Questo è il tempo della condivisione e dello stare insieme. Poi, quando tutto sarà passato, verrà anche il tempo dei bilanci e della resa dei conti. Così hanno fatto e fanno i paesi che combattono contro gravi emergenze. E proprio il caso di Winston Churchill, citato da Conte, dimostra che in un sistema democratico nessuno può ergersi al di sopra del consenso popolare, neanche uno statista che è stato capace di sconfiggere Hitler e di vincere la II Guerra Mondiale. Ma a me sembra che queste giaculatorie contro Conte e lo staff che sta gestendo l’emergenza, dei vari Salvini, Berlusconi, Meloni, Fontana, Zaia, soltanto apparentemente si distanziano dalla irresponsabilità dei fuggiaschi di mezzanotte, o dalla insensata superficialità dei forzati della movida, quelli. che “io non intendo cambiare la mia vita”, ovvero “muoiono soltanto i vecchi”, ma in realtà derivano dalla stessa egocentrica incapacità di compenetrarsi nelle esigenze del prossimo, nei bisogni dell’altro.Adesso è di moda invocare Guido Bertolaso, il condottiero della Protezione civile nell’era di Berlusconi e del terremoto dell’Aquila. Dal momento che un capo della Protezione Civile c’è, e si chiama Angelo Borrelli, evocare un super commissario equivale a emettere una censura surrettizia nei confronti di Borrelli in un momento inopportuno. Ma dicono che Bertolaso sia bravo a gestire le emergenze. Non so se i terremotati dell’Aquila sono dello stesso parere. Non sono un esperto della materia. In ogni caso pare che di Bertolaso non si possa più fare a meno. Meloni addirittura vuole che gli vengano conferiti non so che tipo di poteri straordinari (un chiodo fisso). Renzi lo colloca al vertice della macchina dell’emergenza, ma subordinato al governo, creando ulteriore burocrazia, tanto per azzoppare il presidente del consiglio.
