BERLUSCONI. IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO

BERLUSCONI. IL RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO

O forse no…Certo, la prima parte della saga berlusconiana può riportarci alla mente la vicenda raccontata nella parabola biblica. Ecco il figlio diletto del Ppe, l’uomo sceso in campo per salvare l’italia dai comunisti e per varare la rivoluzione liberale che comincia a tralignare nel corso degli anni; fino ad essere cacciato e con disprezzo e dal governo italiano e dalla grande comunità dei moderati, tra i sorrisini complici di alcuni suoi illustri esponenti e le rampogne dei suoi sacerdoti. Per essere sostituito, nel corso di un complotto tutto svolto alla luce da un fedele all’ortodossia. Il tutto- a chiarire il quadro in cui si svolge la vicenda- in un periodo in cui la sinistra- di qua e di là dell’Atlantico, sta al potere o prevede di tornarvi e in cui la semplice ipotesi di un governo con l’estrema destra in Austria suscita una indignazione preventiva tanto intensa da essere prontamente accantonata.Ma è la seconda parte della vicenda che non quadra con la nostra parabola. A partire dal fatto che il nostro figliol prodigo non mostra alacun segno di pentimento. Moneta parallela, aumento delle pensioni, riforma fiscale alla Trump, denuncia in blocco dei migranti che ci rubano il lavoro, alleanza con una destra che sta valicando ampiamente il limite che separa la xenofobia dal razzismo criminale e, per non farsi mancare nulla, rivendicazione compiaciuta dei vecchi legami con Putin.Roba, insomma, da non farsi vedere in giro.e, invece, eccoli lì i maggiorenti del Ppe e, con loro, l’Europa delle istituzioni a festeggiare il suo ritorno; e a investirlo del ruolo statista e di ultima barriera contro il populismo.I dirigenti- che siano del Ppe o delle istituzioni, sono uomini di mondo. sanno perfettamente che il Nostro è un mentitore seriale; e che è tanto consapevole di questo da lasciare agli altri la facoltà di credere alle sue bugie oppure no.Per non sbagliare, allora, hanno deciso di credere non ai programmi ma alle assicurazioni verbali fornite da B: leggi che le promesse fatte agli elettori sarebbero state realizzate con cautela e “compatibilmente con”; che Salvini era sì un pò esuberante ma che sarebbe stato tenuto sotto controllo e via discorrendo. Per concentrare poi la loro attenzione su due punti per loro essenziali: l’impegno di sostenere un governo di larghe intese o più esattamente di responsabilità nazionale;e il ruolo esplicitamente assunto dal Nostro di unico vero difensore del Sistema contro la minaccia della barbarie grillina ( vista come un incrocio tra adolescenti appena appena usciti da un rave party e mangiatori non più dei bambini ma della proprietà privata ).Si riammette il figliol prodigo ma come guardiano efficace della casa; per la stessa ragione per cui un bracconiere viene scelto come guardiacaccia.Non vi aspettate, in tutto questo, valutazioni oggettive. afu definire il Sistema da difendere saranno quelli che lo governano; che sono quelli chiamati a stabilire quale sia il populismo legittimo e quale no.Decisivo in tutto questo il fattore politico. Il fatto che la destra e solo la destra abbia decisivo di rompere l’accordo, insieme politico e spartitorio tra popolari e socialisti che avaeva consentito decenni di “pax comunitaria”: a partire dalla scelta che ha portato con un voto di maggioranza alla sostituzione di Shultz con Tajani alla presidenza del Parlamento europeo.Cambiano i tempi e con essi il “sentire ufficiale” ( e ufficioso) della cosiddetta Europa. Ieri prevalevano i socialisti; e con essi la marginalizzazione dell’estrema destra e l’insistenza sui diritti umani. Oggi domina il centro- destra; e con esso cade il tabù nei confronti della destra estrema, giunta al potere in Austria nel silenzio-assenso generale e alleata anche altrove dei governi in carica. Ieri il populismo cattivo era quello che dava addosso ai migranti ed era indifferente ai diritti umani; oggi si pongono al bando coloro che mettono in discussione l’euro o i vincoli di Maastricht mentre chi non rispetta gli impegni sulla ricollocazione dei profughi la fa franca.Perciò non è il caso di stupirsi per il ritorno trionfale del Cavaliere nel novero degli statisti; basta contestualizzarlo.