COSA VUOLE VOLT, PIATTAFORMA POLITICA EUROPEA
Volt, organizzazione politica di recente costituzione, vuole restituire l’Europa ai cittadini per salvaguardare le istituzioni e rilanciare un progetto di comunità. Quando nasce Volt? Il 23 giugno 2016Andrea Venzon decide di creare una nuova piattaforma politica.Da quel momento in poi, l’idea di Volt (https://www.voltitalia.org/) inizia a svilupparsi in maniera concreta ed organica. Volt crede nella nuova visione europea dove sia possibile mettere al centro le persone, senza tralasciare la costante rivoluzione dell’ambiente che deve necessariamente diventare una priorità nell’agenda politica del nuovo Parlamento europeo. È impensabile tralasciare il grande volano economico che deriva proprio dalla green economy, la quale potrà arrecare ricchezza e delineare il nuovo paradigma sociale. È una priorità da realizzare con urgenza per evitare disastri epocali all’ambiente. ConFederica Vinci,Presidente di Volt Italia, cerchiamo di conoscere gli obiettivi dei programma politico che la nuova forza politica intende perseguire. Quali sono gli obiettivi principali del vostro programma? ‘Volt è un partito Pan-Europeo, presente in tutti i paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia. Le aspirazioni che guidano il programma di Volt Italia sono condivise da tutti gli altri volontari europei. Il programma di Volt Italia ha tre obiettivi principali: riformare l’Unione Europea dando più voce alle esigenze reali dei cittadini, creare una società più giusta e sostenibile per difendere il nostro futuro, assicurare maggiore prosperità e opportunità di lavoro ai cittadini italiani. Amiamo l’Unione Europea ed è per questo che intendiamo riformarla. Vogliamo garantire più risorse al budget europeo, per affrontare le grandi sfide del presente e del futuro che da soli non potremmo affrontare come la lotta al cambiamento climatico, la gestione dell’immigrazione di massa. Per questo motivo, vogliamo assicurare il diritto di iniziativa legislativa al Parlamento Europeo e introdurre una legge elettorale europea per i partiti politici europei, così da dare ai cittadini maggiore potere all’interno delle istituzioni europee. L’Italia e l’Europa devono essere all’avanguardia nella transizione ad un’economia davvero sostenibile per trarne i benefici e assumere un ruolo guida. Il tempo per vincere la sfida al cambiamento climatico e realizzare l’accordo di Parigi sul clima sta scadendo. In Italia vogliamo aumentare l’efficienza energetica degli edifici pubblici, dando priorità alle scuole; assumere la leadership internazionale nello sviluppo delle nuove tecnologie per l’energia eolica. In Europa, invece, vogliamo introdurre un prezzo per chi inquina l’atmosfera emettendo anidride carbonica. Vogliamo una società più equa in cui opportunità e possibilità di scelta non siano determinate in base al genere ma dalle capacità del singolo. In Italia, con il governo Lega-M5S, i cittadini sono sempre di più discriminati ed esclusi a causa del sesso, della sessualità, della disabilità, dell’aspetto, dell’origine, delle convinzioni personali. Le donne oggi continuano ad essere trattate ingiustamente, ad affrontare barriere maggiori, e sono soggette a tanti tipi di violenze. Per questo lottiamo per ridurre il divario di genere, garantendo maggiore rappresentanza ed equità di trattamento economico per le donne nelle istituzioni pubbliche e sul posto di lavoro’. L’Europa è una risorsa da valorizzare. Come gestire le politiche dei diversi Stati? ‘Crediamo che la creazione dell’Unione Europa abbia garantito pace e stabilità dal secolo scorso ad oggi. In un mondo dove le distanze tra centro e periferia si sono praticamente azzerate, il modello europeo ha bisogno di fare un passo avanti, verso una maggiore integrazione e verso obiettivi condivisi, che hanno ricadute su tutti i cittadini europei, non solo nazionali. La gestione delle politiche dei diversi Stati non è semplice, tuttavia, crediamo che alla base dell’efficacia e dell’efficienza delle politiche nazionali vi è l’adattamento delle migliori pratiche utilizzate in altri paesi. Sarà quindi possibile, con i giusti adattamenti, rispondere nel migliore dei modi sia alle necessità dei cittadini italiani sia alle sfide future per tutti i cittadini europei. Per evitare distorsioni nell’interpretazione o nell’applicazione di determinate norme, promuoviamo l’estensione delle competenze e delle capacità di intervento della Corte Europea di Giustizia che, anche attraverso la creazione di sezioni dedicate alle regioni europee, sarà in grado di agire più rapidamente e con più precisione in tutti i casi in cui sarà necessario il suo intervento’. L’immigrazione sarà presente sempre di più nella società del XXI secolo. Come gestire questo fenomeno sociale? ‘L’umanità si è sempre spostata, ma a causa dei cambiamenti climatici, conflitti e zone con forte degrado economico, molti studi prevedono flussi di migrazioni per un totale di 150 milioni di persone entro il 2050. Anche solo pensare di poter fermare un flusso del genere è follia. Le migrazioni devono essere gestite in un’ottica cooperativa e di lungo periodo. È necessario riformare il “Regolamento di Dublino”, inserendo quote obbligatorie, sanzioni per chi non accetta migranti, una più equa redistribuzione dei fondi a sostegno del sistema di immigrazione. Ciò significa velocizzare la burocrazia, migliorare il sistema di accoglienza, ed aumentare gli sforzi per i salvataggi in mare. Per fare ciò, è necessaria la cooperazione di tutti gli Stati membri. Quelli non disposti a farlo devono cambiare atteggiamento. Vogliamo favorire l’immigrazione legale e chiudere le rotte mortali come quella Mediterranea. Ciò significa emettere visti direttamente dalle ambasciate dei Paesi europei nei Paesi d’origine, riducendo così i costi burocratici per ottenere i documenti necessari. Combattere l’immigrazione clandestina significa aprire gli aeroporti, solo così fermiamo l’ecatombe nel Mediterraneo. Migrare è un diritto dell’essere umano, ma deve essere una scelta volontaria e non costretta. Attraverso fondi di cooperazione allo sviluppo, è necessario aumentare le opportunità per i migranti nei Paesi d’origine, sostenere l’emancipazione dei cittadini (in particolare le donne, spesso soggetti più a rischio), promuovere leggi che sanzionino l’iper sfruttamento delle risorse da parte di attori internazionali (aziende e stati), e soprattutto lottare contro la vendita di armi e/o componenti alle fazioni e Paesi in conflitto’. La burocrazia europea è decisamente eccessiva. In che modo si può costruire un’altra Europa? ‘Vogliamo modernizzare la burocrazia europea, puntando all’armonizzazione e alla metodologia bottom-up sin dalle fasi di progettazione. Per questo, puntiamo sull’open source. il software libero permetterà all’Italia e all’Europa di sviluppare processi, piattaforme e applicazioni in diretta risposta alle necessità di utenti e operatori. Grazie allo ‘sviluppo di comunità’, tipico del software libero, garantiremo l’armonizzazione tra i diversi Stati e tra questi e l’Unione Europea, traendo mutuo beneficio dagli sforzi di sviluppo delle singole amministrazioni. Vogliamo puntare sulle nuove tecnologie informatiche per aumentare l’efficienza e l’efficacia dell’amministrazione italiana ed europea a partire dall’intelligenza artificiale, la big data analysis e gli strumenti predittivi, per finire con le nuovissime infrastrutture blockchain e gli Smart contracts. La combinazione di questi sforzi si tradurrà per il cittadino in un numero minore di adempimenti burocratici, realizzabili in modo più semplice e trasparente. Uno Stato di vetro accessibile dal vetro del proprio telefono’. Quanto preoccupano i movimenti contro l’Europa? ‘La crescita di questi movimenti in tutta Europa minaccia dalle fondamenta tutto ciò che i nostri genitori hanno lottato. Tuttavia, paradossalmente, è stato proprio l’arrivo di questi movimenti a far nascere Volt, a farci unire sotto un’unica bandiera europeista e paneuropea. Senza Brexit, Marine le Pen, Salvini, probabilmente non avremmo mai sentito l’urgenza di creare un partito che facesse davvero gli interessi dei cittadini europei. Oggi, invece, c’è finalmente una forza politica che è in grado di parlare con un’unica voce e difendere e promuovere i diritti di tutti noi, portando il dibattito politico a livello europeo. Solo così possiamo dimostrare che l’Unione c’è, e deve esserci, e possiamo combattere tutti coloro che vogliono invece distruggerla’. Come proporre una governance europea che possa decidere in materia fiscale, economica, giuridica, estera? ‘Noi crediamo che le decisioni che hanno impatto su tutti i cittadini europei devono essere gestite a livello europeo. Per far questo, per noi è necessario un governo dell’Unione che deve godere della fiducia del Parlamento europeo, con ministri scelti dal Primo ministro per competenza, superando l’attuale regola della provenienza statale che impone un commissario per ciascun Paese membro. Un ministro europeo competente nella sua materia potrà organizzare meglio l’agenda e promuovere la sua attività nel migliore dei modi. Tra questi, il ministro delle finanze e il ministro degli affari esteri, avranno un ruolo fondamentale nel governo e nelle sfide europee. Il ministro delle finanze europeo tutelerà meglio i cittadini e le imprese europee con, ad esempio, misure come una corporate tax europea per le multinazionali. Oltre alla semplificazione dei regimi fiscali, una corporate tax europea permetterà all’Unione di finanziare politiche europee e, allo stesso tempo, di tutelare le piccole e medie imprese che non hanno ancora la forza di affacciarsi su diversi mercati esteri e che si vedono precluse tutte le possibilità a causa della forza delle multinazionali. In materia di politica estera europea, il ruolo degli Stati membri è ancora predominante. Noi sosteniamo la creazione di un solo Ministero degli Esteri Europeo, in grado così di negoziare e portare avanti valori e interessi europei molto più incisivamente, anche e soprattutto in caso di crisi internazionali’. Come giudica la posizione politica dei populisti? ‘La reputo estremamente di corte vedute, lontana dai problemi reali del paese e pertanto preoccupante. Molti di loro non hanno una visione di lungo termine, non sono in grado di immaginare il futuro in cui vorranno vivere loro e i loro figli. I partiti populisti si limitano a rincorrere la pancia dell’elettore o, ancora peggio, a creare la paura del giorno per poter trovare un nemico comune contro cui puntare il dito, senza in realtà risposte concrete. Oggi è l’Europa, domani i migranti, il giorno dopo le coppie LGBT: si limita a creare clamore e individuare l’antagonista di turno perché è più facile e più diretto. Invece, quando si chiedono risposte su investimenti infrastrutturali, politiche giovanili, politiche per le famiglie – tutte le famiglie, investimenti nell’istruzione, nella creazione di posti di lavoro, in ricerca e innovazione – tutto tace. Questa è la cosa più preoccupante: i populisti non hanno un’agenda politica, se non quella dettata dal consenso, dal come acquisire più potere anziché dal come migliorare questo paese. È arrivato il momento di cambiare tutto ciò’. Possono destabilizzare le estreme destre in Europa? ‘Sì, ma credo che la vera domanda da porsi sia come mai siamo arrivati a questo punto? In cosa hanno fallito i partiti moderati? Perché hanno allontanato gran parte del loro elettorato e hanno favorito la nascita e crescita di questi partiti? Credo che i moderati di oggi debbano concentrarsi sul loro fallimento ed elaborare delle proposte concrete ancor più che preoccuparsi di quanto effettivamente queste destre possano destabilizzare l’Europa. È ora di ridare una voce a quella parte di elettorato che adesso l’ha persa, non ha un’alternativa politica e preferisce non votare piuttosto che chiudere gli occhi e apporre una croce. C’è bisogno di una nuova forma di politica, di un partito che si faccia portavoce davvero di istanze progressiste e europeiste in maniera innovativa, ricollegando i cittadini alla politica e alle istituzioni e tornando ad interessarsi di come cambiare le cose anziché di come avere potere. Questo è il motivo per cui è nato Volt e l’unico modo con cui gli estremismi oggi possono essere combattuti’.
