IMPARIAMO A COMUNICARE I SI E I NO CON INNATA AUTOREVOLEZZA

IMPARIAMO A COMUNICARE I SI E I NO CON INNATA AUTOREVOLEZZA

A scuola per capire se si è sulla stessa lunghezza d’onda. In un periodo in cui la frase “sono stata molestata anche io” e l’hastag #metoo sono, ahimè, all’ordine del giorno arriva il metodo preventivo targato Università di Sydney. Con un corso anti molestie. Su idea dei dirigenti dell’Università, la più antica al mondo, è nato un corso online obbligatorio per tutti gli studenti della facoltà al fine di formare i giovani su ciò che può essere considerato molestia così da poterne sfuggire. “Consent Matters” è il nome del corso che è stato strutturato da Epigeum e, come si legge nella sua presentazione, è «completamente gratuito e interattivo». Inoltre «esplora la natura del consenso sessuale. Mostra agli studenti come ottenere il consenso, come riconoscerlo e come identificare situazioni in cui non può essere dato. Utilizzando attività, quiz e scenari di personaggi relazionabili, insegna agli studenti l’importanza della buona comunicazione, confini chiari e rispetto reciproco». Il tutto è supportato da vignette dalla grafica semplice, essenziale ed intuitiva. Tra le sottolineature, quella che distingue bacio e abbraccio. «Qualsiasi attività sessuale ha bisogno del pieno consenso. Questo vuol dire che entrambe le persone sono a proprio agio nella situazione e completamente in grado di dire di sì all’attività sessuale che comprende baciarsi e toccarsi». In linea generale l’importante è il consenso per ogni gesto. Certo, c’è chi critica ciò che viene suggerito, come una giovane donna che ha affidato il suo pensiero al Daily Telegraph. «Mi sembra una cosa irrealistica, nessuno si metterà mai a rovinare un momento romantico chiedendo un consenso formale», ha affermato con oggettiva fermezza. Aver messo in chiaro certe situazioni non può, ammettiamolo, che essere utile per tutti i ragazzi: avere chi ti mette davanti certe situazioni e ti spiega cosa va e cosa non va, è un toccasana. Un toccasana perché diventa un concetto conosciuto, e una volta immagazzinato è quasi impossibile ignorarlo. È ovvio che questa decisione dell’Università abbia generato, almeno in noi donne, delle riflessioni. Innanzitutto è curioso come, ai tempi di oggi, si senta la necessità di dare una formazione a tutto, di creare corsi su corsi. È curioso perché è un paradosso: siamo arrivati a non avere limiti, tutto è possibile, ma allo stesso tempo la liberà e la possibilità di fare qualunque cosa ci sta sfuggendo di mano. Ma è quando si danno le cose per scontate che bisogna invece rimetterle in linea. Metterle nere su bianco. Studiarle, metterle davanti gli occhi e capirle. Così facendo si ha uno strumento che mette ordine su concetti, pensieri e azioni dando ad ognuno una giusta chiave di lettura ed un preciso significato. Ed avere uno strumento, una base, dà forza. Il corso solleva un problema di fondo: come far capire che un “no” non è un “sì”. Tra donne si parla e si aprono confronti sul “e tu come fai?”. Vien da dire, riflettendoci, che in fin dei conti è una questione di comunicazione. Essere decise non solo a parole, ma con sguardo, gesti e atteggiamento. In qualsiasi situazione, non solo in un a tu per tu, occorre mettere in campo l’armonia tra pensiero, cuore e ciò che viene esternato come gesti, parole ed atteggiamento. Un segreto, che viene da tante esperienze trapelate in racconti, è quello di evitare che si arrivi a complicarsi le situazioni: se una persona non ti interessa come partner ma come collega, confidente o altro ti va bene … non dare spazio alle illusioni. Invertiamo i ruoli: ci piace tanto una persona e vediamo che, ad esempio, ci sorride sempre in modo ammiccante. Noi che penseremo? Che comunque un minimo di interesse lo abbia: quindi mettiamo subito la marcia dell’audacia per poi… rimanere deluse. Se dovessimo essere in un momento di fragilità e poca autostima non riusciremmo certo a farci una risata sopra o ad ammettere una figura non proprio bellissima tornando amici come prima. Se non ci dovesse andare giù a volte scatta la voglia di vendicarsi e di “molestare”. Ecco il punto: riflettiamo al contrario, magari con questo pensiero potremmo riuscire a dire con più forza “no” …proprio per evitare un susseguirsi di situazioni che ci siamo, con furbizia, già visualizzate nella mente. Lavorare per immagini, figurarsi un possibile sviluppo …aiuta ad essere più forti e convincenti: dà autorevolezza e l’autorevolezza è qualcosa che parte da dentro. E se proprio il nostro “no” non lo vogliono capire e si ha anche un po’ di timore nei confronti di chi ci sta d’avanti, …meglio tutelarsi condividendo la situazione con persone fidate. Il confronto potrebbe risultare illuminante. E quando vogliamo dire di “sì”? Uno sguardo intenso e un gesto delicato a volte sono molto più che eloquenti. L’importante è avere una persona che sappia leggerci nelle nostre sfumature. Andare incontro all’altro creando l’armonia… sapere cosa vogliamo e riuscire a lasciarsi andare è un “sì” deciso. Anche qui vale il trucchetto del “saper comunicare”: tutto in noi deve andare nella stessa direzione; pensieri, desideri, atteggiamenti. E visualizzare ciò che vorremmo accadesse. Ma l’importante, è seguire il proprio cuore. E non si sbaglia mai.