PANDEMIA E INFODEMIA: IL PROBLEMA NON SONO (SOLO) LE FAKE NEWS
Con la pandemia arriva anche l’infodemia. Ovvero, un flusso incontrollato di notizie, informazioni, alcune corrette, altre corrette ma male interpretate (tipo “il virus resta nell’aria più a lungo del previsto”, che vale sono negli ambienti ospedalieri in determinate condizioni), altre decisamente false. In ogni caso, troppe e contraddittorie.Ma non è solo un problema di fake news. Il sistema dei media italiano non si è limitato a dare informazioni false (appunto, quella sul “virus che aleggia nell’aria” come lo spirito di Dio prima della creazione). Ha fatto di peggio:– Ha messo in competizione i vari scienziati, spingendoli a giocare a chi la sparava più grossa per attirare l’attenzione (in questo è enorme anche la responsabilità di chi stava al gioco)– Ha intervistato scienziati competenti su temi dei quali non sanno nulla. Tipo: a Ilaria Capua – veterinaria esperta in zoonosi, quindi persona che di fatto vive in laboratorio – è stata interrogata sui provvedimenti da prendere per tutelare i gruppi a rischio, problema che dovrebbe essere affrontato, in collaborazione, da epidemiologi, medici di famiglia, sociologi e psicologi. E anche qui, mi chiedo, ma se sei una persona con una reputazione da difendere, che non ha bisogno di chissà quale visibilità per nutrire il proprio narcisismo, vai ai congressi, hai vinto premi e riconoscimenti, ma perché sputtarnarsi per finire una volta in più su un giornale o in tv? **Corollario: Mentre i giornali si affannano a chiedere opinioni ai famosi, solo perché famosi, ai cittadini che fanno domandi perché desiderano mantenere un minimo di controllo democratico sulle decisioni politiche, viene chiesto di tacere perché “non sono esperti”
