VENEZIA 2018: THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS, DOUBLES VIES

VENEZIA 2018: THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS, DOUBLES VIES

Parodia dei classici, stilizzazione dei generi, gioco d’autore sui luoghi comuni del cinema… I fratellipostmoderniCoen sono superati in corsa da Quentin Tarantino che all’anti-politica preferisce la guerriglia e lo dimostra inThe Hateful Eight, variazione etica e sanguinaria diOmbre rossenel West nevoso, crudele e “imperdonabile” come gliUnforgivendi Clint Eastwood, nobile revisione dell’epopea western. Il senso diThe Ballad of Buster Scruggsè questo, applicare il disincanto alla gloriosa stagione dei cowboy di Hollywood in sei episodi destinati alla tv, prima della versione antologica di 133′ selezionata in concorso alla Mostra. L’umorismo yiddish dei fratelli Coen ha il sapore del vaudeville e dei carri di Tespi, i carrozzoni ambulanti in giro per i villaggi a far spettacolo con i freak, tipo il ragazzo senza gambe né braccia che Liam Neeson fa esibire in monologhi lirici, e al quale preferisce una gallina dalle doti matematiche. La battuta sarcastica è la gloria dei Coen che però scalfiscono appena la ferocia dell’originale come, per esempio, la tradizione degli indiani scotennatori intorno alla colonna dei carri bianchi in viaggio verso la terra promessa. Il cavaliere intrepido, i coloni pacifici, la fanciulla indifesa e tutta la retorica di genere capovolti da uncoup de théâtre… mica scema la ragazza, anzi sì, autolesionista terrorizzata dal selvaggio pellerossa che ne farà un tappeto per la sua tenda. Kelly Reichardt era stata più estrema nel suo oniricoMeek’s Cutoffe John Landis più esilarante nell’imitazione del tocco Disney con i cowboy in cerchio davanti al falò diTre amigos! Un volume consumato dal tempo sfoglia le sue pagine illustrate delle leggende western, a iniziare dal buffo “usignolo” del canyon polveroso, Tim Blake Nelson (Fratello dove sei?) che apre il film, pistolero e stornellatore imbattibile destinato a divertire con il classico duello obbligato a finire tra le nuvole come il caffè Lavazza, per poi arruolare James Franco, rapinatore di banche maldestro, nella storiella dell’impiccato con battuta a sorpresa. I Coen inanellano quadretti dal finale che si vorrebbe sempre più cattivo per smitizzare l’epopea, anche se risparmiano un vecchietto testardo a caccia di pepite in una vallata verde attraversata da un ruscello che fa commuovere i fratelli per la sua bellezza, e per i daini, i gufi, i pesciolini e la voce profonda di Tom Watts, il cercatore d’oro. Si tocca qui l’humour poetico diA proposito di Davis. Ma è solo un attimo di distrazione, il joke ricomincia a colpi di dialoghi ricercati, calligrafismo infiorettato, arguzie e furbizie. Quanta tristezza, però, nellaBallata diBuster Scruggscon i suoi corpi amputati, le fronti e i cuori trafitti, le speranze spezzate e quella diligenza che allude a John Ford e dove si macinano storielle per abbindolare fuorilegge e spettatori… Non c’è niente da ridere se non fosse per quel segno indelebile del cinema classico (o quasi) che i Coen tanto vorrebbero polverizzare, la presenza nella lugubre carrozza, di un’icona eastwoodiana, Tyne Daly, l’agente assegnata a Dirty Harry inCielo di piombo ispettore Callaghan. Olivier Assayas, invece, è sulfureo al punto da giusto da imbastire una di quelle commedie “alla francese” dove manca solo Fabrice Luchini, star dell’imbattibileRien sur Robert. Editoria e politica, tradimenti incrociati, battute di spirito e un vago sapore di Rohmer, con Juliette Binoche nella parte di un’attrice di serie tv poliziottesche alla quale chiedono un contatto con la “vera” Juliette Binoche per registrare un audiolibro, già, perché nell’epoca digitale la carta non va più, ma neanche gli e-book, per non parlare dei romanzi da stampare con un click. Il via vai per i bistrò di Parigi, i letti, le conversazioni da caffè letterario e la performance ammirevole di Vincente Macaigne, attore e regista di teatro, visto inDue amicidiretto da Louis Garrel, fanno diDoubles vies(concorso) uno di quei film che come i libri di carta resteranno in classifica.