ALLORA RENZI AVEVA RAGIONE

ALLORA RENZI AVEVA RAGIONE

Nel corso della vita ognuno di noi deve confrontarsi con qualcuno altro per una questione su cui può non trovarsi d’accordo. Cose semplici o estremamente complesse. La scelta del piatto della cena, se andare al mare o in montagna, il rigore concesso, un percorso più breve o più lungo, la materia di studio, il lavoro, la religione, le leggi, la solidarietà, l’amore. In tali attività occorre necessariamente adottare delle scelte sulle quali quasi sempre è difficile che tutti siano in accordo. Quando poi tali scelte divengono operative generano effetti che possono realizzare le cose che si proponevano oppure fallire e ottenere l’esatto contrario. In questi casi uno dei comportamenti più difficili nell’uomo e nella donna, anche nei rapporti più usuali di tutti i giorni, in tutti i continenti della terra è riconoscere negli altri la correttezza della loro visione. Come è difficile dire: “avevi ragione” e si ci riusciamo come è semplice e bello scoprire, se prevale l’intelligenza, che tutte le acredini che avevano portato a scontrarsi su quell’argomento si attenuano e possiamo riconciliarci in maniera che si possa, anche nelle diversità delle opinioni, percorrere strade per migliorarci. Ma se la cosa è difficile nei rapporti di tutti i giorni diviene impossibile nella politica. Nella politica dire ad un avversario:”su quella cosa avevi ragione” non si deve fare. Non è corretto, è sconveniente, è disdicevole, non è produttivo di consenso, non è propagandistico insomma non si deve fare. È una regola ferrea, si deve trovare il sistema di giustificare, di differenziare, di evitare nuovamente il confronto financo mentendo o mistificando. Molte le cose, forse tutte, forse troppe, differenziano la politica di un verso da un altro. Poi quando si fanno delle scelte ci si accorge che amministrare è diverso da propagandare, governare è enormemente più difficile che vomitare slogan dall’opposizione. Volenti o nolenti il mondo di oggi è diversissimo, non solo da quello di qualche decennio fa, ma appena e solo da ieri. Parliamo solo un attimo di banche, cercando di elevarsi al di sopra di ogni facile ideologia di parte. Siamo senza dubbio in un mondo globalizzato e finanziarizzato. Se il quadro creditizio va in crisi, il mondo va in crisi. Ed è una crisi enorme, che coinvolge persone, aziende, province, regioni, nazioni; ricordiamoci del 2008. Occorre evitare che una banca “fallisca”, individuando senza ombra di dubbio le responsabilità del dissesto e perseguendole, ma evitando che la caduta della banca coinvolga i clienti, chi ha depositi, i dipendenti, il tessuto economico che ospita quella banca. Quando i governi aiutano una banca, molti ne beneficiano alcuni invece hanno dei danni. Si è fatto bene ha intervenire per aiutare la Carige e se si è fatto bene, allora anche il Centrosinistra di Renzi e Gentiloni avevano fatto bene a intervenire per aiutare le banche allora in crisi. Se loro hanno fatto male allora anche adesso si è fatto male. Basterebbe onestamente dire: “avevano ragione in quel caso”, ma si sa in politica non si può fare.