CARCERI, SPECCHIO DELL’ITALIA.

CARCERI, SPECCHIO DELL’ITALIA.

È tutto grave in Italia oggi e le carceri ne sono lo specchio.È tutto grave in Italia oggi, dall’emergenza lavoro fino ad arrivare alla perdita dell’identità culturale che si sta generando in alcuni contesti sociali. La situazione è allarmante ma spesso i politici disorientano l’attenzione del popolo con degli specchietti per le allodole, ma l’illusione di un miracolo è sempre la panacea migliore per l’anima. Nella miseria si insidia tra l’altro nella popolazione un sentimento gravissimo e pericoloso che è l’indifferenza mista all’egoismo. Il 2013 è iniziato all’insegna di una condanna per l’Italia, da parte della CEDU, Corte Europea per i Diritti Umani, che accoglieva il ricorso di alcuni ex detenuti dei carceri di Busto Arsizio e Piacenza, costretti a trascorrere le loro interminabili giornate in poco più di tre metri quadrati di cella a testa. La Corte Europea, infatti, dispose un risarcimento di oltre centomila Euro per i predetti detenuti. L’Italia, ovviamente, fece ricorso avverso, ma pochi mesi dopo venne rincarata la dose: venne disposto che in mancato ossequio dell’Italia entro un anno al rispetto dei diritti umani per i detenuti, la Corte avrebbe accolto centinaia di ricorsi pendenti di detenuti ed ex detenuti. L’Italia, pertanto, sarebbe condannata a pagare diversi milioni di Euro. Un dramma per un paese in crisi. Siamo ormai al termine del 2013, pochi giorni ci separano dal nuovo anno. Che cosa è cambiato? Nulla. Parole, proposte, tentennamenti, promesse ma nulla di concreto. Anna Maria Cancellieri sostiene che un raggiustamento in materia di misure alternative alla detenzione, potrebbe essere una soluzione, secondo me una panacea per sfuggire a una condanna da parte della Corte Europea. L’amnistia e l’indulto, risultano essere all’apice della piramide carceraria che si fonda su una base di miseria umana agghiacciante, nel paese da lei stessa definito di Beccaria. Poi, salta fuori il “piano carceri” che promette quindicimila posti in più nelle carceri per gli anni 2015/2016. Triste numerazione. È di pochi giorni fa il decreto che promette misure in grado di ridurre il numero dei detenuti di almeno tremila unità, mediante interventi su buona condotta, tossicodipendenti e braccialetto elettronico. Il conto alla rovescia è iniziato e Napolitano afferma che “cambiare profondamente le condizioni delle carceri in Italia è un dovere morale; spetta al Parlamento, eventualmente sentendo il Governo, assumersi la responsabilità di ritenere essenziale o non essenziale, ai fini del rispetto delle indicazioni della Corte di Strasburgo, l’adozione delle ipotizzate misure di clemenza, anche alla luce delle misure che saranno state eventualmente adottate nel frattempo”. Parole che ci dicono che nulla è cambiato, ma siamo a Natale, siamo tutti più buoni e per questo compriamo piccoli lavoretti di artigianato prodotto solo da alcune carceri, ci ricordiamo anche dei bambini che sono lì con le loro mamme e ascoltiamo fiduciosi le parole alla televisione. Ci dimentichiamo che per tutto il resto dell’anno all’interno degli istituti detentivi vi sono criminali, presunti innocenti e persone in attesa di giudizio che vivono l’inferno. In un paese dove tutto va male, lo specchio della nostra società non possono che essere le carceri.