CARO PSIC. I GENITORI ASCOLTINO I FIGLI.
La relazione genitori e figli si costruisce lentamente già dal momento del suo concepimento attraverso le fantasie della coppia sul loro bambino e sul ruolo che assumeranno. La mamma, il papà e il bambino hanno una parte attiva nel costruire le loro relazioni per cui ognuno esprime e manifesta specifiche risorse e difficoltà che si mostrano con maggiore evidenza nei momenti critici dello sviluppo (nascita, prime autonomie, inserimento scolastico, etc.). Questo accade perchè la crescita porta elementi di novità che rompono i vecchi equilibri e rendono i comportamenti abituali inadeguati. Le persone coinvolte, allora, cercano di trovare nuovi modi per relazionarsi e per creare progressivamente una nuova stabilità. Accanto alla classica consultazione individuale o di coppia è possibile partecipare anche ad incontri di gruppo. Il gruppo offre un occasione per affrontare insieme i cambiamenti legati alla crescita dei figli. I percorsi di gruppo offerti sono i seguenti: ■Corsi di preparazione alla genitorialità (pre e post parto) ■Incontri rivolti ai futuri padri e ai neopadri ■Incontri rivolti ai genitori con figli adolescenti ■Gruppi di sostegno della continuità genitoriale (genitori separati) I conflitti intergenerazionali sono intrinseci al processo di crescita e di apprendimento che l’adolescente deve per forza affrontare. Non esiste crescita, né adolescenza, senza conflitti generazionali. Questi conflitti possono venir risolti in seno alla famiglia in modo positivo se affrontati mediante il dialogo, come, del resto, avviene in molte famiglie. Questo tipo di conflitto, tuttavia, presenta una componente d’incomprensione che lo complica e costringe spesso a un approccio diverso da quello con cui si affrontano altri tipi di conflitto. L’adolescenza è un periodo della vita che comporta nel giovane cambiamenti a livello fisico, crescita, forza, sessualità, dei quali egli stesso è il primo a sorprendersi. Tali cambiamenti, al pari di quelli psicologici, relazionali e sociali, comportano per l’adolescente l’inizio di un percorso che egli non è in grado di controllare e che i genitori non comprendono. Sminuiscono, ignorano o sottovalutano le emozioni negative (in alcuni casi , anche quelle positive). Criticano le espressioni di sentimenti negativi. Possono arrivare a rimproverare o punire i figli per queste manifestazioni emotive. Accettano le emozioni dei figli e si dimostrano empatici, ma non riescono a offrire loro una guida o a porre limiti al loro comportamento.
