FABIO CHIUSI FA IL PUNTO SULLE POLITICHE PER “REGOLAMENTARE INTERNET”

FABIO CHIUSI FA IL PUNTO SULLE POLITICHE PER “REGOLAMENTARE INTERNET”

Fabio Chiusi fa il punto sulle politiche per “regolamentare internet”, sulle filosofie implicite c’è le sostengono, sui presunti benefici e i rischi reali che comporterebbero. Il problema è che i politici (e purtroppo assai spesso anche i giornalisti) guardano ancora il mondo con schemi di un’era tecnologica e culturale precedente: tutto è “media” (cioè creazione e diffusione di “contenuti”) e i “media” vanno regolamentati. Corollario: siccome, in realtà, nulla è come prima, si cerca di cooptare i big digitali nelle politiche di controllo. Arruolarli, cioè, come poliziotti. C’è un piccolo problema, oltre ai molti indicati da Fabio (per esempio che le funzioni di polizia affidate ad aziende private e quotate implica conflitti di interesse): questi poliziotti sono semplicemente troppi grandi e potenti per fare i poliziotti. Le dimensioni e il potere che ne deriva sono il problema. La sola “regolamentazione” che può funzionare in regime democratico è quella della concorrenza, non dei contenuti.