I MURI DELL’INCIVILTA’ UMANA
Delle opere dell’uomo visibili dalla Luna pare proprio che l’unica sia un muro: la Grande Muraglia della Cina… Muri che segnano il percorso dell’umanità riportandola ad un concetto medievale ed oscurantista. Muri che obbligano una stasi evolutiva di culture andando in contrapposizione con il progresso tecnologico ed intellettuale dell’essere umano. La regressione, la chiusura, la diffidenza… Inconsciamente c’è in ognuno di noi proprio la paura del diverso. Abbiamo la convinzione di proteggere il nostro piccolo mondo che crediamo più civilizzato dell’altro, non realizzando che siamo noi stessi a trattenere la nostra crescita… Forse alcuni riterranno di procedere nel giusto… Pulizia etnica, blocco delle frontiere, polizia in assetto di guerra che impedisce qualsiasi passaggio. LaFranciaalle porte dei nostri confini, negli ultimi giorni sta dando un esempio di assoluta inciviltà, accampando ragioni del tutto opinabili, coinvolgendoci nostro malgrado in una connotazione europea che è profondamente orientata ad un principio di xenofobia che in taluni casi e per certi Paesi sembra essere una caratteristica preminente.Il paradosso morale è che ci scandalizziamo all’immagine dei cecchini che puntano i loro fucili automatici o all’assalto dei carri armati contro le popolazioni inermi, persone, che nelle loro mani hanno solo dei sassi per esprimere il loro senso di rivalsa. Siamo noi che dovremmo dare il massimo esempio di civiltà, invece, ci nascondiamo dietro frasi fatte del tipo: “…ma li è sempre stato così” che servono solo a non far gravare pesi di moralità e responsabilità sulle nostre coscienze, trovandoci poi in contraddizione con la politica che questa parte del mondo attua, tolleriamo e giustifichiamo i nostri muri. Un muro invisibile ma altissimo lo abbiamo nelMediterraneo, l’Europa oggi è complice dei lager inLibia, pochi reportage raccontano di quello che sta accadendo sulle sponde delle rive del Mediterraneo, quelle che toccano il NordAfrica e che hanno visto per anni profughi attraversare i deserti scappare dalle guerre, scappare dai terroristi diBoko Haram in Nigeriache indisturbati stanno decimando le popolazione, violentando le donne, uccidendo bambini, sottoponendo al martirio i cristiani in nome della propaganda religiosa Jihadista.Questa è la situazione che maggiormente ci fa rabbrividire e proprio per ciò che tendiamo alla “politica dello struzzo” facendo orecchie da mercante. Il muro più grave diviene allora quello che alberga nelle nostre menti; sono gli uomini, i cittadini, i popoli, che consentono ai governanti di erigere muri…. Non vogliamo neanche saperlo che oltre quel muro virtuale, sia in atto una vera forma di prigionia, si spara a chi tenta di scappare, si appendono persone a testa in giù, si violentano le donne e a capo di quel controllo ci sono sempre quelli che, di quelle masse di essere umani, ne facevano un business traghettandoli essi stessi, verso le nostre coste con improbabili barconi consegnandoli così All’inferno europeo dopo averli strappati dall’inferno che si lasciavano alle spalle. Questi “Caronte” del terzo millennio trovano ora rinnovato profitto nella gestione, il contenimento, il filtro, di queste popolazioni.L’Europa vera fautrice di questo meccanismo che stritola e umilia le anime e i corpi dei tanti disperati, ha trovato così la soluzione al contenimento dell’immigrazione fornendo ai carcerieri nordafricani oltre ai supporti logistici, navali, ecc… anche denaro e (secondo alcuni) le armi!Ci sono notizie che arrivano in maniera riservata e dopo opportuna epurazione vengono diffuse in orari tollerabili per la nostra sensibilità. Qualcuno dirà, che tutto ciò serve a proteggerci dai terroristi, da quelli che stanno seminando terrore in Europa, che era l’unica strada da seguire e tutti i discorsi di solidarietà di queste genti finiscono nel momento di un attacco terroristico, anche se troppo spesso tendiamo a dimenticare che questi attacchi, provengono da persone già integrate nel territorio che colpiscono… Un muro che da tempo riempie le pagine dei giornali è sicuramente quello diIsraeleche ha negli anni potenziato il sistema di recinzioni. Ad iniziare dallaStriscia di Gazanel 1994, poi nel ’98 gran parte della barriera venne distrutta dall’intifada, ma tra il 2000 e il 2001 Tel Aviv porta a termine la recinzione di filo spinato, presidiata dall’esercito, una “terra di nessuno” con soli tre varchi, quello di Erez, quello egiziano di Rafah e quello di Karni.Più massicciamente è invece presente una barriera sul confine con laCisGiordania, costituita da mura che in alcuni punti raggiungono gli 8 metri, la lunghezza del muro e di 730 chilometri e i tratti non protetti, potrebbero essere coperti entro il 2020. In alcuni punti del mondo certi muri sono fatti di filo spinato, ricordano neanche troppo vagamente i lager nazisti ma con una sottile differenza, non delineano realmente da quale parte ci sia una serenità intellettuale e spirituale.ABelfastancora quindici anni dopo la firma degli accordi del venerdì santo il 10 aprile 1998, che misero fine a trentanni di “troubles” fra unionisti protestanti e repubblicani cattolici, i “Peace Walls” (muri della pace) sono ancora tutti li, nessuna barriera divisoria tra le due comunità è stata distrutta, anzi se ne sono aggiunte altre e qualcuna è stata sopraelevata aggiungendo rete metallica.L’associazione che opera per il riavvicinamento fra le due comunità (Belfast Interface Project) ha censito novantanove muri, segno evidente che una riconciliazione sia ancora lontana. Solo il 14% della popolazione dei quartieri a rischio è favorevole all’abbattimento dei peace walls. Anche in questo caso la spinta che ingenera odio proviene da motivazioni religiose. Anche l’Ungheriasi difende dall’invasione che non c’è, col suo muro che servì a contenere e chiudere la rotta balcanica al confine con laSerbiae con oltre 5 mila profughi che aspettavano di passare con piccoli gruppi al giorno stabiliti in base all’arrivo e si tratta di una 15ina di persone al massimo.Budapest decise di chiudere la frontiera con circa 175 chilometri di barriera presidiata da 10 mila agenti, i “migrants hunters“, ossia i cacciatori di migranti. Il muro più chiacchierato nel mondo è probabilmente quello cheTrumpvuol costruire o per meglio dire, vuole allungare, per sbarrare la strada ai messicani e come aveva almeno inizialmente ipotizzato lo stesso presidente statunitense, i costi avrebbero dovuto addirittura gravare proprio sullo Stato delMessico. L’impresa per la realizzazione di una nuova barriera di oltre 700 miglia (si arriverebbe così ad un muro di circa 1000 miglia) costerebbe circa 18 miliardi. Un programma questo del muro che prevede una temporalità di dieci anni.Per Donald Trump, sono i messicani l’elemento di disturbo per la “civiltà” americana.Trump ha fatto della questione uno dei punti cardine della sua campagna elettorale, inclusa la volontà di far pagare i costi del muro ai messicani che però si sono sempre rifiutati di partecipare e il Congresso stesso, non ha mai previsto fin’ora tale voce di bilancio. Nicosiaè l’unica capitale europea divisa da un muro (dopo che la germania ha abbattuto quello che separava Berlino). In effetti a dividereLefkosiala capitale turca diCipro del Nord, non è un vero muro ma una fila di case abbandonate, questa fascia di abitazioni vuote dal ’74 anno dell’invasione di Cipro dell’esercito turco arrivato per salvare un quarto della popolazione di origine turca, minacciato dal colpo di Stato della maggioranza greca.Questo singolare muro di case (la linea verde) era un tempo presidiato e controllato dai caschi blu dell’Onu e ora che la situazione si è stabilizzata grazie alla diplomazia, restano presenti le forze Onu ma con una veste simbolica. Intanto le case della linea verde, stanno lentamente distruggendosi per l’opera inesorabile del tempo. Famigerato, più che famoso, nella memoria di tutti, resta infatti il muro diBerlinoche fu eretto spaccando in due la città alla fine della seconda guerra mondiale e appunto separò la Germania in est e ovest. Per lungo tempo questa orrenda cattedrale anacronistica ha segnato le differenze tra Germania federale e Germania democratica le quali facevano capo rispettivamente all’URSS e agli USA, determinando uno sviluppo differenziato, non solo economico, tra i due blocchi tedeschi. Solo in virtù della imminente nascita dell’Europa unita e anche per la fine della guerra fredda (la Russia era ormai frammentata) si è attivato il processo di abbattimento del muro di Berlino che sancì ufficialmente la riunificazione della Germania.Al progetto della fine della rincorsa agli armamenti tra Russia e America, al disarmo e all’abbandono dello scudo spaziale, fondamentale fu la mediazione di papaWojtyladiReagane del premio nobel per la paceGorbaciov. Uomini che volevano la pace e per essa lavoravano. Il papa grande mediatore e anello di collegamento in virtù della pace, emblematico il suo intervento traRabin e Arafatnella questione palestinese…
