ROBERTO SERGIO, DIRETTORE DI RADIO RAI “AL SERVIZIO DEL PAESE IN TUTTE LE CASE. E AVVERTIAMO UNA CERTA VICINANZA

ROBERTO SERGIO, DIRETTORE DI RADIO RAI “AL SERVIZIO DEL PAESE IN TUTTE LE CASE. E AVVERTIAMO UNA CERTA VICINANZA

Video messaggi online; videomaker che si danno da fare per documentare, informare, inviare immagini e racconti; partecipazioni da casa che vedono protagonisti attori, cantanti e l’intera filiera dello Spettacolo.Ma è la radio, storicamente, il “media” che prima ancora della tv, si è fatta “voce” per l’intero Paese prendendolo per mano nei periodi bui e in quelli felici, tra i disastri e le ricostruzioni, durante l’amara e la Dolce vita di ogni epoca. Fornisce in tempo reale notizie, interviste, approfondimenti e oggi, in tempo di Coronavirus, ci si è prontamente organizzati per l’emergenza.Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, ci aiuta a capire strategie, nuove localizzazioni, postazioni logistiche, programmazione, novità e futuro del media. Direttore, come state affrontando questo periodo di incredibile emergenza?«La radio è probabilmente il mezzo che più di ogni altro è sempre riuscito a mantenere la continuità delle trasmissioni. Nelle guerre, nelle emergenze come i terremoti, la radio c’è sempre stata. Ma non solo; anche in occasioni felici, è sempre arrivata per prima e ha sempre garantito l’informazione. Grazie a una modalità produttiva molto leggera e una filiera di preparazione del prodotto estremamente corta. Le nuove tecnologie hanno amplificato ancora di più questi aspetti. Oggi, si può fare radio con grande facilità e con ottima qualità senza hardware particolarmente impegnativi. Di fatto, basta uno zainetto per fare radio in qualsiasi condizione. Questa è la ricetta che ha fatto della radio il mezzo indistruttibile che è oggi. E anche in epoca di Covid19 non ha deluso. Tutte le radio italiane sono regolarmente in onda. Magari nei primissimi giorni ci sono stati momenti di abbassamento della qualità, ma oggi sfido ad ascoltare una qualunque delle radio italiane, anche non Rai, e a notare delle differenze qualitative rispetto a due mesi fa. Grazie a piattaforme software molto potenti e al grandissimo lavoro che tutti stiamo facendo. Mi fa piacere a tale proposito ringraziare subito i colleghi Rai delle aree tecniche, i sistemisti, i programmatori e gli sviluppatori che hanno reso possibile lo smart working per tutti i colleghi. E poi i conduttori, tutte le voci che si susseguono ai microfoni, i programmisti registi, i redattori, i collaboratori. Infine, ovviamente chi guida il lavoro di tutti con grandissimo senso di responsabilità: Luca Mazzà, direttore di Radio 1, Paola Marchesini, direttrice di Radio 2, Marino Sinibaldi, direttore di Radio 3 e Danilo Scarrone, direttore di Isoradio. Una squadra sempre molto affiatata, ma che in questo periodo sta veramente dando il meglio di sé. Come sono cambiate le abitudini degli ascoltatori? Quali novità soprattutto nei contenuti?«Le abitudini di ascolto sono state realmente rivoluzionate. Il cosiddetto drive time di fatto non esiste più e gli ascolti sono spalmati nel corso della giornata. Non ci sono più i picchi in alto e in basso così evidenti che tutti noi abbiamo conosciuto per decenni. Ovviamente è crollato l’ascolto in auto, mentre è aumentato l’ascolto da casa, soprattutto attraverso le piattaforme digitali. I vari portali e aggregatori dichiarano crescite dell’ordine del 10% negli ascolti streaming e uno spostamento della fascia di maggior ascolto che oggi appare quella tra le 11 e le 12 della mattina. Un dato molto significativo è nel cambiamento della domanda di contenuti da parte degli ascoltatori, percepibile attraverso i dati di accesso agli streaming. Nel periodo di inizio dell’emergenza Covid19, si sono registrate crescite importanti per tutti i contenuti informativi. A inizio marzo è iniziata a diminuire la fame di notizie e le radio di intrattenimento hanno ripreso quota. Oggi gli ascoltatori chiedono musica, un momento di svago, una distrazione, uno spiraglio di ottimismo. E le radio sono pronte a fornirle».