25 APRILE: GALLI, NON FU LA BREVE PARENTESI DI CROCE
Il nostro Paese ha forti e solidianticorpiche lo hanno reso e lo rendonoimmunedal fascismo, che non è stato una “breve parentesi, come disse Crocedella storia d’Italia. Quel fascismo, il terribile Ventennio,aveva in sè, incorporata, la guerra che fu un disastro, fu devastante. Oggi nel 2020, quel fascismo figlio del capitalismo dell’epoca non c’è più.Vero, c’è un altro capitalismo cui opporsi ed è il potere sconfinato delle 500 grandi multinazionali che governano il mondo e di esse le cinque sorelle che hanno nelle mani l’informazione: la sinistra dovrebbe avviare una serie riflessione sul capitalismo globalizzato e ricercare, inventare, la risposta che non può che essere culturale all’altezza di questa sfida globale. Così il politologo e storico, docente di lungo corso alla Statale di Milano, il 92enne, Giorgio Galli inquadra il 75esimo anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo e fornisce alcune idee di risposta sia sul capitalismo globalizzato delle 500 multinazionali:elezione a suffragio universale dei componenti gli organismi dirigentie sia sullarinascitadella sinistra. Bisognerebbe ritornare a Marx aggiornandone e, direi, completandone il pensiero, necessario ma non sufficiente. E per farlo –osserva– bisogna rifarsi, prendere dalla teoria della nascita dello psichiatra Massimo Fagioli, dalla sua idea straordinaria della distinzione tra bisogni ed esigenze all’insopprimibile rapporto interumano ed in particolare al rapporto uomo-donna, dall’assoluta uguaglianza per la nascita di tutti gli esseri umani alla contestuale diversità tra tutti gli esseri umani“. Perchè oggi il fascismo è altro dal manganello e dall’olio di ricino: si è evoluto, è geneticamente mutato, come del resto il virus Sars-Cov-2, in forme dipopulismo non propriamente totalitarioma dai connotati razzisti e xenofobi. Galli, profondamente interessato a tutte le novità culturali e del pensiero, guarda ancheal ruolo centrale della donna, della sua identità, nella società troppo spesso negata se non annullatada una atavica cultura patriarcale. Rifarsi così al corpus teorico di Fagioli sulla realtà umana, è indispensabile, aggiunge,per arricchire Marx e le sue intuizioni. Purtroppo la sinistra nel suo complesso compresa quella marxista, nota l’illustre politologo e storico,è in forte ritardo. Eppure, chiosa Galli, non tutto è fermo:ci sono in giro piccoli ma significativi segnali, convegni e dibattiti, che dicono di una certa vitalità, di una certa Resistenza, che parlano di una speranza per il futuro. Voci fuori dal coro, come quelle deiclerici vagantes, tanto cari a Galli, che raccontavano altre storie, non omologate. E il vivace politologo e ferratissimo storico a completamento del suo intervento elegantemente rimanda alla prefazione scritta per il libro della psichiatra Irene Calesini,La negazione della donna (Aracne Editore), che raccoglie il dibattito del convegno promosso dall’associazione culturale ‘Amore e Psiche’ di Roma. Le elezioni come rito per placare l’aggressività nel mondo del capitalismo del XXI secolo: questo il possibile sbocco di una rivoluzione culturale; ed è augurabile che, mentre ne maturano le precondizioni, dopo quella di Amore e Psiche possano svilupparsi altre ricerche specifiche sulla situazione femminile, in grado di coniugare la psicologia più innovativa con una storiografia che lo sia altrettanto.
