EUROPA? Il SOGNO DI SPINELLI DIVENUTO UTOPIA?
C’è una barzelletta sugli avvocati recitata magistralmente da Gigi Proietti. E’ quella in cui l’avvocato dice al suo assistito: – qui vinciamo, lì perdete. – In quattro parole il senso di questa Europa che stiamo vivendo. Sapevamo da almeno un decennio che il consesso non era riuscito a raggiungere le vette che si auspicava di conquistare. “Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi scrissero il manifesto di Ventotene, splendida isola delle Pontine, ispirandosi ad uno scritto di Luigi Einaudi pubblicato anni prima: profetizzarono la caduta dei governi totalitari ed auspicarono una unione europea all’insegna del socialismo e di una statalizzazione delle maggiori e migliori risorse di ogni paese di modo che le classi meno abbienti fossero tutelate nel modo più esaustivo.”( F.Briganti) È oggi considerato uno dei testi fondanti dell’Unione europea. Nel 1922, in precedenza, Kalergi aveva predisposto un altro manifesto “Pan Europa” in cui auspicava un’unione europea a guida tecnocratica. Lo strapotere della Finanza ha snaturato, però, gli obiettivi che da politici sono divenuti esclusivamente economici. Quanta acqua a scorrere sotto il ponte della Storia! La Memoria è inversamente proporzionale al Tempo, e quanto più ci si allontana dagli eventi cruenti, tanto più il ricordo scema e con esso l’indignazione e la reazione. Così l’Europa agognata, quella del manifesto di Ventotene, quella dei Popoli, non delle nomenclature, si trasformò presto nell’Europa tecnocratica , in una indisponente Troika chiusa nella Torre d’ avorio della dea venerata: la Finanza transnazionale. Gli Stati che si erano consociati con il più alto e nobile degli slanci, una democrazia transnazionale, ben presto si erano votati alla Tecnocrazia e alla oligarchia più esasperata ed esasperante. La Grecia e i cani a latrare sulle sue carni dilaniate dalla poverta’ e dall’austerity, sono stati solo un assaggio. Ma non bastava. Il Coronavirus e’ giunto falcidiando vite ed economie. Italia, Spagna, nazioni europee, nazioni fondatrici di quel sogno chiamato Europa Unita, sono in ginocchio. La chiusura totale di attivita’ industriali e produttive ha inevitabilmente innescato, con effetto domino, una profonda crisi economica. L’impossibilità di prevederne la conclusione ha imposto al governo italiano l’assunzione di iniziative senza precedenti, atte a garantire la tenuta sociale del paese, giuste o sbagliate sara’ la Storia a giudicarlo, sicuramente dettate da una drammatica contingenza. In un momento in cui il virus dilaga, la sanita’ e i suoi tagli divengono piaga, appare scontato, naturale e giusto chiedere aiuto agli Stati Fratelli. Quelli in nome dei quali non stampiamo più moneta nazionale. Quelli in nome dei quali sopportiamo le quote latte. Quelli in nome dei quali abbiamo inserito in Costituzione l’art. 81 sul pareggio di bilancio facendo divenire lo Stato una S.p.A. .Quelli che , nel momento in cui si chiede aiuto per non affondare, anziche’ tendere la mano e cooperare perche’ mors tua non e’ vita mea, spingono la tua barchetta al largo per non sentire le tue urla in mezzo ai marosi. Così le gentili, virtuose, econome nazioni del nord Europa, fino ad ora lambite marginalmente dal virus, oppongono un netto rifiuto ad aiuti economici massicci e sostanziosi alle nazioni in ginocchio. E, in tutto questo in Germania si dibatte non solo se dare o meno aiuti economici all’Italia, ma sul fatto che ” la mafia non attende altro che tuffarsi sui capitali che saranno erogati, ove mai lo saranno” . Secondo il giornale conservatore tedesco, Die Welt, ” la mafia starebbe aspettando gli aiuti europei e gli italiani devono essere controllati da Bruxelles”. Affermazione offensiva, lesiva della sovranita’ di uno Stato membro ove ancora ne fosse rimasta! L’affermazione non ha mancato di suscitare il disappunto del nostro ministero degli esteri. Luigi Di Maio indignato avrebbe dichiarato ” Un’affermazione vergognosa e inaccettabile. Spero che il governo tedesco ne prenda le distanze. L’Italia piange oggi le vittime del Coronavirus, ma ha pianto e piange le vittime della mafia. Non è per fare polemica ma non accetto che in questo momento si facciano considerazioni del genere” Il Presidente della Commissione Antimafia, ha rincarato la dose scrivendo in un Twitter: “Chi non vuole recepire la legislazione antimafia italiana sull’aggressione ai capitali mafiosi, chi ha “pecunia non olet” come suo Vangelo, chi ha tantissimi locali di ndrangheta a casa sua, rovescia su chi piange migliaia di vittime contro la mafia accuse infami.” Nicola Morra) E se non si fosse europeisti convinti come me , a scanso di equivoci sovranisti , verrebbe da porsi una domanda:_ Ma chi cacchio ce la fa fare a restare dentro questo coacervo criminale?_ E se non si prestasse il fianco alla strumentalizzazione becera delle destre verrebbe da rispondere:_ Usciamo! Senza se e senza ma, prima che sia troppo tardi! Prima che la Grecia diventiamo noi. _ E già. Finiti i tempi di “Je suis la Grèce!”Finita la mobilitazione internazionale, l’attenzione dei media, l’accanimento terapeutico verso la culla della civiltà. La Grecia non fa più notizia. Perché salva? Al sicuro? Finalmente virtuosa?No. Tutt’altro. Talmente incasinata e incasinante da doversene tacere, da dovere occultare notizie e immagini. Perché dire che la povertà dilaga? Che i senza tetto crescono esponenzialmente? Che gli stipendi sono una misera elargizione? Che restano solo i monumenti di un glorioso passato da vendere all’asta, come prostitute mai redente? Che la sanita’ e’ al collasso e che il Coronavirus sta mietendo vittime anche fra i profughi? Adesso, però, tocca a noi. La Grecia e’ e sara’ l’Italia, la Spagna. Occorrera’ fare capire a tedeschi e company che in una situazione quale quella ingenerata dalla pandemia, se Atene piange , Sparta, ovvero l’Europa dei ricatti, non ridera’.
