FASSINA: COSTRUIRE LEU E LAVORARE A PATRIOTTISMO COSTITUZIONALE
Le elezioni amministrative non sono state certamente esaltanti per il Pd e per il centro-sinistra, al contrario del centro-destra e della Lega: chi ha perso, e molto, rispetto al 4 marzo è indubbiamente il M5S. Il tempo per ulteriori riflessioni e analisi non manca. Si può dire sin d’ora che un popolo di sinistra ancora c’è, esiste: ma attende idee nuove, di speranza per il futuro. Per noi a sinistra un punto appare chiaro: risultano sempre asfittiche le alleanze inerziali, in nome del centro-sinistra che fu, di componenti di LeU con il Pd ‘compromesso’: da Messina a Imola, dati poco sopra l’1%, mentre, in tali contesti, il risultato è stato sempre migliore per le proposte unitarie a sinistra in alternativa al Pd. LeU ottiene invece buoni risultati nettamente superiori alle politiche quando, unita e riconoscibile, con un suo profilo autonomo, incrocia un Pd ancora radicato a sinistra: i dati di comuni del Lazio e nei Municipi di Roma sono chiari. E’ questa l’analisi del deputato di Liberi e Uguali,Stefano Fassinaper il quale, come deciso dall’Assemblea Nazionale di fine maggio,dobbiamo dare operatività immediata alla fase costituente: basta rinvii, basta attese e invocazioni autoreferenziali al Pd per Big Bang, per azzerare tutto. Costruiamo LeU. Un passo indietro: le elezioni politiche del 4 marzo che hanno significato? Il 4 marzo è cambiato tutto– dice –il risultato elettorale ha messo a nudo, brutalmente, i limiti e le contraddizioni di un avvio di LeU emergenziale e improvvisato. Ora innanzitutto dobbiamo partire dal porci una domanda fondamentale: chi vogliamo rappresentare? A fianco di quali interessi economici e sociali vogliamo essere? Il problema del distacco delle sinistre dagli interessi economici e sociali che dovrebbero rappresentare è un problema decennale non imputabile solo a Matteo Renzi. Oggi, più che di fronti repubblicani, come auspicato da Calenda, abbiamo bisogno di un’iniziativa politica capace di tenere insieme la nostra comunità nazionale: un’iniziativa non per contrapporre i civilizzatiai barbarima per associare gli interessi economici e sociali, in particolare quelli dipendenti dalla domanda interna, che hanno bisogno di un cambiamento radicale. C’è bisogno in sostanza di idee e iniziative nuove: quali? Un’iniziativa che parta dalla consapevolezza che non esistono facili vie di uscita ma allo stesso tempo dal riconoscimento che l’ordine economico e sociale del mercato unico e dell’eurozona è fondato sulla svalutazione del lavoro, in profonda contraddizione con i nostri principi costituzionali: tra l’europeismo di stampo liberista del fronte repubblicano ed il nazionalismo del fronte opposto, la strada per riunire la nostra comunità nazionale è ilpatriottismo costituzionale,ossia il primato della nostra costituzione sui Trattati europei. Per questo all’Assemblea Nazionale di LeU abbiamo deciso di aprire un percorso in cui prima di tutto discutere dell’asse culturale e politico-programmatico e verificare le condizioni del nostro stare insieme, per arrivare presto a un congresso fondativo di un partito che offra di nuovo speranze a quanti ci hanno abbandonato nel voto. E’ questo il punto cruciale: recuperare l’elettorato di sinistra che si è rivolto il 4 marzo altrove, in particolare al M5S e pure alla Lega, che ora governano insieme con uncontratto. Come rispondere al primo governo populista? E’ nato un governo dal segno inedito e, per molti versi, contraddittorio e preoccupante. Ritengo autolesionistiche però le definizioni digoverno di estrema destra– è la risposta diFassina– quando in questi anni non si è voluto prendere atto dell’enorme sofferenza economica e sociale del Paese e della necessità di forzare l’europeismo liberista, le regole del mercato unico e del Fiscal Compact, per iniziare a curare le ferite. E ancora più a fondo:la retorica della cosiddetta sovranità europea del Presidente Macron, nella realtà degli interessi nazionali e economici più forti, è il consolidamento di Trattati e di un’agenda dell’Eurozona fondata sul dumping sociale e la svalutazione del lavoro. Tutto ciò alimenta divergenze sociali e territoriali che continuano a svuotare la democrazia. Noi dobbiamo lavorare invece per unpatriottismo costituzionale, che vuol dire pari opportunità per tutti, uguaglianza e libertà democratiche. Solo così potremo rivolgerci in modo credibile a quanti si sono sentiti abbandonati. Seil patriottismo costituzionaleè la risposta politica,Fassina, rifacendosi alle consultazioni che hanno preceduto il governogialloverdediGiuseppe Conte, ha un’ultima osservazione da fare. Il conflitto apertosi è stato tutto politico, non istituzionale. La richiesta di impeachment del Presidente Mattarella è stata surreale. Sul terreno politico, è stato un errore il ‘no’ a Paolo Savona. Si è venuta a definire una alternativa esiziale tra europeismo liberista e una nazionalista uscita dall’euro. Non sarebbe dovuto essere necessariamente così, in particolare dopo le posizioni espresse dal prof. Savona.
