I DENTISTI ITALIANI PROTESTANO: I CLIENTI SI CURANO IN ROMANIA.

I DENTISTI ITALIANI PROTESTANO: I CLIENTI SI CURANO IN ROMANIA.

Si stima che entro il 2015 il turismo medicale in Romania sarà in forte espansione, generando più di 500 milioni di euro. Solo nel 2012, a usufruire di cure mediche in Romania, sono stati più di 60.000 pazienti stranieri tra italiani, tedeschi, francesi e svizzeri, spendendo complessivamente circa 250 milioni di euro. Il turismo medicale romeno, specializzato in cure dentali e cosmetiche, è un fenomeno che ha le radici ben salde agli inizi degli anni ’90, essendo molto ricercato  grazie all’accessibilità economica e al progresso tecnologico sempre più all’avanguardia. “Le vacanze dentali” in Romania offrono pacchetti che mirano a curarvi il fisico e rilassarvi la mente e includono: il prelevamento dall’aeroporto (arrivo e partenza); alloggio in alberghi, a scelta, di 4 o 3 stelle; visite di monumenti storici della città prescelta; servizi DaySpa, prenotazioni ristoranti e assistenza 24 su 24 sull’intero periodo del soggiorno. Combinare l’utile al piacevole, sembra accessibile sotto qualsiasi aspetto, soprattutto quello economico, e lo si evince anche dalle ultime statistiche realizzate dall’agenzia di stampa romena Rompres: un cittadino italiano che sceglie la Romania per le cure stomatologiche spende in media 4 o 5 volte di meno; giusto per fare un paragone, mentre in Italia una corona metallo-ceramica costa minimo 600 euro, in Romania il prezzo non sarà superiore ai 150 euro. E mentre i clienti italiani apprezzano il mantenimento degli standard di qualità delle cliniche dentali romene  a pari di quelle degli Usa o dell’Europa dell’Ovest, la Romania accoglie annualmente sempre più aspiranti odontoiatri e odontotecnici nelle università romene. Ebbene alla fine del 2012, sul territorio romeno si registravano più di 600 studenti italiani alla privata Vasile Goldis di Arad; più di 50 alla statale di Timisoara e più di 100 studenti tra Bucarest, Cluj e Costanta. Studenti italiani che s’impegnano a diventare medici, odontoiatri, infermieri o veterinari, in fuga dal “numero chiuso” delle università italiane, agevolati dalle spese in tasse inferiori e dalla presenza sul territorio romeno di enti privati italiani che offrono servizi di orientamento e preparazione. E mentre vi state mortificando al pensiero della cosiddetta “fuga dei cervelli”, è utile riflettere sull’esito del più recente “programma di rientro dei cervelli” lanciato nel 2009 e finanziato con 6 milioni di euro che mirava al rientro in Italia di ragazzi brillanti (con la prospettiva di un contratto a tempo determinato, intrinseco di complicazioni burocratiche e vincoli); 14 di essi scrivono al ministro Profumo tramite Andrea Gambassi( fisico della SISSA di Trieste): “Quello che chiediamo è che la valutazione della nostra idoneità venga fatta con tempi certi ed una procedura razionale: per lo zampino della burocrazia, rischiamo di non poter ottenere né il rinnovo, in Italia, né di poter cercare una nuova posizione all’estero”.