IL GIOCO DELLE PARTI

IL GIOCO DELLE PARTI

La riunione dei Consiglio Europeo, i 27 capi di Stato e di governo dei Paesi membri, ha partorito un frutto AMARO.Dal 1 giugno 2020 partirà il piano economico che coinvolge S.U.R.E., Banca Europea degli Investimenti e MES.Per quanto riguarda invece i Recovery Bonds, è stato dato alla Commissione il mandato di strutturare una proposta, che dovrà essere incardinata sul bilancio europeo, ossia il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, valido per i prossimi anni. Quindi, non solo non si è approvata nessuna misura nuova, ma le prospettive sono molto negative, a giudicare dalle dichiarazioni della Cancelliera Merkel, che si è dichiarata contraria a strumenti che non siano interni ai meccanismi già consolidati europei, ossia il paradigma prestiti/debiti.In pratica, il Governo Italiano ha accettato tutto quello che aveva annunciato di non volere accettare.Esaminiamo gli strumenti attuali:•SURE – cassa integrazione UE: fino a 100 miliardi € sulla base di un fondo di garanzia alimentato dagli stati che devono versare immediatamente di 25 miliardi€. Fondi da restituire con gli interessi perché si tratta di un prestito. Non si capisce perché uno stato dovrebbe mettere soldi in comune per farseli poi prestare. Tra l’altro, ovviamente, gli stati che riceverebbero meno di quanto hanno contribuito, non lo faranno, e quanti sperano di ottenere di più in proporzione a quanto versato, si ritroverebbero con un debito ulteriore sulle spalle, che – come per esempio nel caso italiano – si verrebbe a sommare a quello pregresso, portando alle stelle i rendimenti da pagare (spread) non tanto e non solo per i debiti nuovi, ma soprattutto per il rinnovo della montagna di quelli vecchi.•BEI: mobilitazione fino a 200 miliardi € di investimenti per le imprese, a partire da un fondo di garanzia pan-europeo di 25 miliardi € che va finanziato dagli Stati Membri. Anche qui il meccanismo è infernale proprio perché basato sul debito, infatti si tratta di garanzie statali che devono mettere in moto credito che dev’essere erogato dalle banche. Queste già stanno attuando manovre per addossare allo stato le garanzie dei vecchi crediti inesigibili che hanno in pancia, con una partita di giro coi vecchi clienti, che dovrebbero essere i destinatari invece di credito fresco, ma che vedrebbero solo trasformati i vecchi debiti in nuovi. Si salvano le banche e non le aziende, tanto più se piccole. Si moltiplicano le denunce di tant’è gente che va in banca in questo senso, nonostante le smentite ufficiali delle banche stesse. Sottolineiamo che, anche se i tassi dovessero essere bassi o bassissimi, andiamo ad impattare sull’impossibilità a ripagare i debiti che si andranno a fare, perché basati su una produzione persa per sempre e non più recuperabile.•MES: 240 miliardi € di capacità di prestito totale a partire dalla richiesta di attivazione da parte dello Stato parte dello Statuto del MES. La linea di credito attivata non può erogare più del 2% rispetto al PIL del 2019, per cui l’Italia ne prenderebbe al massimo 36, comunque vincolati alla spesa per le spese sanitarie dirette e indirette collegate alla crisi Covid-19. Una goccia nel mare che però pagheremo a peso d’oro (nel 2019, l’Italia ha speso 119 miliardi€ per la Sanità, incluse le spese infrastrutturali). Le linee di credito del MES prevedono sempre la sottoscrizione di un memorandum d’intesa per il rimborso del prestito.•I recovery bonds – come abbiamo detto – ancora tutti da definire, non danno soldi a fondo perduto. Bisogna restituirli con gli interessi.Non solo non sono stati approvati gli Eurobond, che sarebbero stati sempre debito, ma almeno spalmato tra tutti gli stati, ma è stato inserito pure il MES e l’alternativa onerosa agli Eurobond, i Recovery Bond, ancora tutti da definire. Insomma nessun pranzo, solo un aperitivo. Molto AMARO.