LA RESPONSABILITA’ DI MATTEO: ORA DEVE FARE “IL RENZI”.
Poche riflessioni a qualche ora dalle primarie Pd. 1) C’è stata una rottura che avrà il suo peso: finisce una lunga deriva, nella quale – dopo i tentativi di Prodi e Veltroni – si era riformato un cordone ombelicale tra gruppi dirigenti dei vecchi partiti e nuovo Pd, col risultato di offuscare molto il carattere di novità che il Pd aveva avuto alle origini; 2) Renzi – come dimostra il suo forte discorso di ieri notte a Firenze – non potrà (seppure lo volesse) vivacchiare: dovrà tenere fede alle aspettative e fare …il Renzi. Ciò significa rinnovamento di uomini e metodi, idea nuova del partito, più grinta verso il governo al quale ieri è stato dato un mandato a stretto termine, apertura verso la società (una sinistra nuova, che non si rinchiuda nel suo cortile ma guardi a fasce di elettorato sinora distanti), dire quel che si vuole e soprattutto farlo con coerenza; 3) ci sarà un rinnovamento, speriamo non solo anagrafico, in tutto l’apparato (e una drastica riduzione di esso). Apprezzo molto che Renzi non voglia prendere residenza a Roma: sarebbe ottimo se il Pd cessasse di essere un partito “romano”, o meglio un partito incentrato sul triangolo Montecitorio-Palazzo Madama-Palazzo Chigi.In definitiva c’è la speranza (ancora non voglio dire la certezza) che si apra una fase nuova, originale, profondamente costruttiva. Alla quale siano chiamati a partecipare tutte le democratiche e i democratici di buona volontà, abbiano o no la tessera (che secondo me andrebbe abolita). Il partito dei cittadini, con ampie consultazioni permanenti sui nodi di fondo e una mobilitazione dal basso riconosciuta e continuativa. Via le correnti, naturalmente (Renzi ieri lo ha detto con forza), e al tempo stesso apertura massima alle idee nuove. Aprire laboratori nei quali esperti e cittadini insieme elaborino progetti di governo seri e fattibili, nelle linee di un riformismo concreto ma al tempo stesso dagli obiettivi “alti” (cambiare l’Italia).Non è più un sogno impossibile, se chi sta al timone ci crede. Matteo Renzi, da ieri, ha una bella responsabilità.
