MILANO CANTA/2. “LA BALILLA”
Prosegue la collana di canzoni milanesi e prosegue con quella che per me è un caposaldo, un altro dei 45 giri che mi regalarono da bambino; ma che a differenza di “El portava i scarp de tennis” di Jannacci temo sia poco nota e abbastanza dimenticata. Spulciando su internet, “La Balilla” viene definita un “canto popolare”: è probabile che lo sia, perché ne esistono molte versioni, dai Gufi a Nanni Svampa. Ma per me “la” versione – anche perché era il 45 giri che ascoltavo da bambino – è quella che vi propongo, di Maria Monti accompagnata da Giorgio Gaber. La incisero nel ’64 ma la facevano dal vivo già da tempo. Lei canta, lui l’accompagna alla chitarra ripetendo solo l’ultima parola di ogni strofa. Entrambi mantengono una serietà alla Buster Keaton, il che rende la faccenda ancora più comica. Ma è davvero una canzone comica? Naturalmente lo è, ma di quella comicità popolare che nasce dalla fame e racconta pulsioni ancestrali, un po’ come il blues degli afroamericani. La “Balilla” (pronunciata rigorosamente con una sola “elle”, in milanese le doppie consonanti non ci sono) è una famosa vettura che la Fiat comincia a produrre negli anni Trenta. Già durante il fascismo è sinonimo di benessere e di velocità. Beh, in questa canzone si racconta la storia di uno (o una) che guadagna soldi vendendo articoli per la pulizia (allora si usava), o forse in modo illecito, chissà (“Troeuvi tanti bigliett de milla”, ma dove li trovi? A margine: si nomina via Larga che allora era la via delle prostitute, ma forse è solo perché rima con “targa”); decide di comprarsi una Balilla… e parenti, amici e vicini letteralmente GLIELA MANGIANO, un pezzo dopo l’altro. E’ la nemesi della ricchezza, inserita in un mondo dove la fame è atavica. Il testo, in altre versioni, ha molte varianti: ma così la cantano Maria e Giorgio. Sotto ogni strofa, trovate traduzione.Piccole note linguistiche: la cassoeula è un piatto tipico milanese fatto con le costine di maiale, “la mia porta” è espressione usatissima per dire “nel mio stesso palazzo”, la “ringhera” indica le vecchie casa di ringhiera con i servizi in comune (oggi diventate super-fighette). Vorì savè ‘l mestee che foo miEl me laurà ‘l comincia a mesdìVendi lisciva, soda e savonL’acqua bügada col motofurgon (col motofurgon) “Volete sapere che mestiere faccio / Il mio lavoro comincia a mezzogiorno / vendo liscivia, soda e sapone / acqua per il bucato col motofurgone” Mi voo in gir de chi e de làMi voo in gir per lauràTroeuvi tanti bigliett de millaMe vegnü in ment de comprà una Balilla (una Balilla) “Vado in giro di qua e di là / vado in giro per lavorare / trovo tanti biglietti da mille / mi è venuto in mente di comprare una Balilla” E la sorpresa di mè fradejChe m’hann mangiaa anca i budejMia cusina che la sta in Via LargaLa m’ha mangiaa anca la targa (la targa) “E la sorpresa dei miei fratelli / che mi han mangiato anche i budelli / Mia cugina che sta in via Larga / mi ha mangiato anche la targa” La mia zia de GorgonzoeulaCont i gomm l’ha faa la cassoeulaEl mè nonu che ‘l gh’ha l’anginaL’ha ciapaa la ciocca con la benzina (la benzina, ahah) “La mia zia di Gorgonzola / con le gomme ha fatto la cassoeula / il mio nonno che ha l’angina / si è ubriacato con la benzina” La Maria che la sta in la mia portaLa m’ha mangiaa la gomma de scòrtaEl cines Cici-SciciofenEl m’ha mangiaa anca el còfen (el coffen) “La Maria che sta nella mia porta / mi ha mangiato la ruota di scorta / il cinese Cici-Sciciofen / mi ha mangiato anche il cofano” El Carleto stupidottEl s’è faa on vestii con la capoteLa mia visina de la ringheraLa s’ha digerii anca una portera (la portera) “Il Carletto, stupidotto / si è fatto un vestito con la capote / La mia vicina della ringhiera / si è digerita anche una portiera” L’ünigh che l’è restaa fregaaL’è on mè cüsin che l’era a soldaaL’è tornaa à ca’ e l’ha truaa solamentEl fümm del tübo de scapament (de scapament) “L’unico che è rimasto fregato / è un mio cugino che era a soldato / è tornato a casa e ha trovato solo / il fumo del tubo di scappamento” Mi voo in gir de chì e de làMi voo in gir per lauràTroeuvi tanti bigliett de millaMa compri pü un’altra BalillaMa compri pü un’altra BalillaMa compri pü un’altra Balilla “Vado in giro di qua e di là / vado in giro per lavorare / trovo tanti biglietti da mille / ma non compro più un’altra Balilla”
