VENEZIA74: E’ LA SERATA FINALE. E ANCHE QUEST’ANNO IL FESTIVAL NON DELUDE.

VENEZIA74: E’ LA SERATA FINALE. E ANCHE QUEST’ANNO IL FESTIVAL NON DELUDE.

Danza con un ombrello in mano su uno sfondo violaceo l’uomo protagonista del manifesto della 74° edizione del Festival cinematografico più antico del mondo. Il suo movimento aggraziato, ben tratteggiato dalle linee verticali che ne simulano la progressione, ricorda inevitabilmente quello di Jane Kelly in Singing in the Rain: dai quotidiani on line a quelli cartacei; dai manifesti ai banner pubblicitari, è da ormai più di un mese che l’immagine incornicia le nostre letture, e, tirando le somme su quella che è stata un’edizione senza dubbio di alto livello, possiamo dire che sia stata di buon auspicio. È spettato a Takeshi Kitano l’onore della chiusura dell’edizione, che conOutrage Coda, proiettato in prima mondiale proprio stamattina, chiude anche l’omonima trilogia Yazuka. Spenti, dunque, tutti i proiettori e momentaneamente liberate le sale, a questo punto non resta attendere la proclamazione del vincitore. Dando un’occhiata agli applausometri scolpiti nella nostra memoria, potremmo osare fare qualche previsione, se non altro sui più favoriti, che vanno da Kechiche, già noto al pubblico per La Vita di Adele e Cous Cous, che conMy Love: Canto Unosi è presentato con un’opera che ha poco da raccontare (la trama è quasi inesistente), ma tanto da trasmettere, a Martin McDought che conThree Billboards outside Ebbing, Missouriha presentato una pellicola di impianto più classico rispetto al concorrente franco-tunisino, con forte predominanza della trama e poche velleità estetiche. Discusso e molto ambiziosoMother!di Aronofsky, ma comunque presente nella lista dei “possibili”, date le pregresse esperienze che hanno visto aggiudicarsi il Leone anche ai più insospettabili, mentre rimane nella lista degli acclamati il ritorno del messicano Guillermo Del Toro, che conThe Shape of Watersi è presentato con una pellicola fantasy originale ed estremamente attuale per i temi trattati, pur non essendo ambientata ai giorni nostri. Tanti i film in lista per il Leone d’oro, ai quali si affiancano altrettanti titoli per le sezioni Fuori Concorso e Nuovi Orizzonti, insieme alle 8 opere prime della Settimana Internazionale della Critica. E altrettanti i Premi: dal Leone d’oro al Leone d’argento; dal Premio per la sezione Orizzonti alla Coppa Volpi dedicata agli attori, cui si affianca il premio Mastroianni dedicato ai giovani emergenti, fino ad arrivare al Premio per la migliore Sceneggiatura. Orientarsi in questo ginepraio è più da addetti ai lavori, e viene difficile pensare che una manifestazione così ricca di riconoscimenti nasca non competitiva: era il 6 Agosto del 1932 quando il Festival fu presentato per la prima volta al Lido di Venezia nella splendida cornice dell’Hotel Excelsior con una carrellata di titoli non in concorso, ma, nonostante la mancanza di riconoscimenti, le pellicole furono comunque di altissimo livello, divenute in seguito dei veri e propri cult del cinema. A distanza di 85 anni, la rassegna continua a non deludere e a mantenere titoli di ottimo livello, selezionati con cura e presentati con orgoglio dai loro autori. Forse, è proprio per questo che il Leone d’oro, insieme con l’Orso di Berlino e la Palma di Cannes, rimane uno dei riconoscimenti più prestigiosi.