COME AVVOLTOI SULLA ‘PREDA’ FERITA: FITCH DECLASSA IL RATING ITALIA A BBB-

COME AVVOLTOI SULLA ‘PREDA’ FERITA: FITCH DECLASSA IL RATING ITALIA A BBB-

E’ pur vero che, per dirla con un luogo comune, l’Italia non sta navigando nell’oro, ma classificare il debito sovrano a lungo termine  a BBB- ‘minus’, significa scaraventarla al limite del livello ‘junk’, quindi ‘spazzatura’, senza tenere in considerazione i fondamentali, e soprattutto la delicatissima congiuntura, dovuta all’emergenza sanitaria in atto. BBB- con Outlook stabile, ovvero senza prospettive di ulteriori tagli nelle valutazioni. Il giudizio di Fitch è arrivato dopo 4 giorni da quello di Standard & Poor’s, che ha mantenuto l’Outlook negativo e il rating BBB, più benevolo e ottimistico rispetto a quello di Fitch. Siamo tuttavia all’ultimo gradino, livello ‘investiment grade’, ossia viene ‘consigliato’ l’investimento. Più che una previsione (anticipata rispetto alla scadenza del 10 luglio) suona come una sentenza, micidiale in questa fase di lotta contro la crisi che inevitabilmente è esplosa in seguito all’aggressione del Covid-19. Fitch giustifica il declassamento con l’aumento del debito e deficit, causa crisi sanitaria; nel forecast dell’Agenzia in evidenza c’è un calo del Pil pari all’8% (come del resto ha previsto anche il Governo nel Def), e possibilità di ulteriori peggioramenti. Il debito del Paese è previsto al 156% del Pil, e anche qui siamo in linea con i dati del nuovo Documento di Economia e Finanza. Non si può dimenticare che l’emergenza corre lungo il filo rovente di un’economia globale messa a ferro e fuoco dall’impatto deleterio causato dal Covid-19. Certe Agenzie di rating in circostanze drammatiche come queste, si propongono come avvoltoi che volteggiano intorno alla preda ferita, senza alcuno scrupolo sulle conseguenze derivanti da  outlook negativi come questo, soprattutto sugli effetti che avrà sul mercato. E infatti, la reazione dei mercati finanziari è stata immediata: lo spread, che negli ultimi giorni era calato di diversi punti base, oggi è di nuovo in salita, in marcia verso i 230 punti. Significa che l’Italia non è affidabile in termini di debito pubblico. Non si mette in dubbio che la pandemia abbia devastato l’economia del Paese, come del resto sta facendo con le potenze più blasonate a livello globale, ma i criteri di valutazione non dovrebbero prescindere dalla crisi che si è abbattuta ovunque, qui siamo davanti ad una congiuntura che non ha precedenti, nemmeno con il crac del 1929. Basterebbe l’esempio della Cina, che ha subito un crollo del 6,8% di Pil, e una perdita del 19% sulle vendite al dettaglio (tra gennaio e marzo), realtà che non si verificava da quasi 30 anni.  Per non parlare degli Usa, i cui danni sono enormi, e dovranno a breve fare i conti con una pressoché scontata recessione. Intanto per i titoli di Stato è quasi il colpo di grazia,  deficit e debito sono stati per ragioni di forza maggiore dilatati, nel Def varato dall’esecutivo alcuni giorni fa, il Pil va a -8% e il debito al 155%, per finanziare il decreto di Aprile sono stati autorizzati altri 55 miliardi di deficit. Sono misure di emergenza, non di tempi normali, il tempo non è normale nemmeno per nessuno nel pianeta in questo difficilissimo periodo. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, non accetta di buon grado la valutazione di Fitch, e replica che in primis l’Agenzia non ha tenuto conto delle risoluzioni dell’Unione europea e di tutte le misure adottate per affrontare la recessione causata dalla lotta contro il virus. E tuttavia il declassamento del rating arriva alla vigilia dell’asta Btp: non sarà certo un incentivo nei mercati. E nemmeno per le banche. L’Italia, secondo Unicredit, dovrebbe collocare 360 mld di titoli nell’anno in corso, al momento ne risultano piazzati per un valore di 110 mld. Non ha esultato il Ministro dell’Economia, e nemmeno Bankitalia. Non si tratta di semplici ‘stroncature’, si sta lottando contro uno tsunami che si è abbattuto su tutto il pianeta. Fitch non ha tenuto alcun conto di tutte le misure decise dal Consiglio Europeo e dalla Bce, in merito alla condivisione delle responsabilità nella gestione dell’emergenza sanitaria e degli impegni sui finanziamenti. Al Ministro Gualtieri non resta che difendersi da questi colpi che giungono in un clima  già in tempesta. “I fondamentali dell’economia sono solidi – replica – e si tratta di un impatto derivante da cause esogene, con carattere di temporaneità. Attraversiamo un periodo di grande incertezza,  e comunque il rating delle altre agenzie nei confronti dell’Italia è stato più prudente. C’è inoltre il fatto che FItch è intervenuta anticipando la valutazione programmata per il mese di luglio. Non c’è un quadro così drammatico da avere compromesso l’assetto macroeconomico e la finanza pubblica. Tanti elementi a favore sono stati ignorati, come le misure di sostegno dell’Ue e Bce.” Il ministro Gualtieri ha poi sottolineato il fatto che le garanzie sulle quali il Governo sta lavorando, assicurano la liquidità all’economia, e migliorano anche le prospettive della finanza pubblica nei prossimi anni. L’esecutivo è consapevole che è necessario affrontare la crisi con misure che non si limitino solo all’aspetto emergenziale. Gli interventi prevedono anche riforme e investimenti, volti ad accrescere il potenziale di crescita, con particolare attenzione ai vincoli e alla sostenibilità della finanza pubblica, oltre al controllo severo del debito pubblico, che dovrà essere gradualmente ridotto.