LA FASE 2 E L’ASINO DI BURIDANO

LA FASE 2 E L’ASINO DI BURIDANO

Chi ha anche solo sfiorato la Filosofia conosce la storiella dell’Asino di Buridano. Il povero quadrupede trovatosi in mezzo a due mucchi di fieno non si risolse a sceglierne uno e morì di fame. Una situazione paradossale che, nata con Aristotele e sviluppata appunto da Giovanni Buridano nel 1300, aveva tutt’altra finalità, ma è questa l’immagine che mi è venuta in mente mentre ieri sera ascoltavo il Presidente Conte. Quella che era stata annunciata come la Fase 2, tempestata da una stampa fantasiosa e irresponsabile di anticipazioni del tutto immaginarie, si è rivelata essere nella migliore delle ipotesi la fase 1,2. Sul versante della libertà individuale i cambiamenti sono risibili e squisitamente retorici.I nonni potranno rivedere i nipotini ma senza toccarli, pochi parenti dolenti potranno salutare in chiesa i loro morti, gli amanti del jogging potranno allungare a piacimento le loro corsette e chi vuole potrà mettersi in fila per portarsi a casa un pasto dal suo ristorante preferito. Ah, c’è anche un’autorizzazione postuma a rientrare nei luoghi di residenza per quelli che erano rimasti bloccati altrove, quasi che non l’avessero già fatto quasi tutti. Sul versante produttivo e dei trasporti le ripartenze saranno invece regolate da protocolli e regolamenti tuttora nebulosi. Senza di essi e senza le relative sanzioni per i trasgressori è impossibile quantificare la portata del cambiamento. Insomma, il cittadino medio come il sottoscritto che sperava di tornare a farsi i fattacci propri con tutte le dovute attenzioni per la sicurezza è rimasto a bocca asciutta, perchè le leggi in Italia nell’anno di grazia 2020 si fanno a misura del più stupido e irresponsabile. Tutto come prima, ad aumentare non sarà il mucchio di fieno della libertà personale e forse neppure quello della produzione. Ad aumentare sarà il rischio di contagio per la soddisfazione dei nonnini, dei corridori e di chi non sa cuocersi un piatto di pasta. Forse la causa della cautela di Conte risiede proprio nell’esatto contrario del suo preambolo di plauso per il nostro senso di responsabilità. Con la nostra innata passione per la trasgressione abbiamo dimostrato di meritare ben poca fiducia.