POVERTÀ ENERGETICA: QUEST’ANNO 9 MILIONI DI ITALIANI RINUNCERANNO AL RISCALDAMENTO
Aumentano infatti le persone che non riescono a pagare lebollette energetichee rinunciano a scaldare in maniera adeguata la propria casa. Secondo dati Istat, in Italia saranno9 milionile persone che resteranno alfreddo. Eppure la povertà energetica non è un fenomeno nuovo. Se ne conoscono anche bene i responsabili: lafuel povertyè frutto del mix letale tra l’aumento delle tariffedi gas e luce e l’inadeguatezza delle abitazioni, ben lontane dagli standard di efficienza energetica auspicabili. I dati relativi al 2016 mostrano cheil 16,5% delle famiglie italianenon è in grado di riscaldare l’abitazionein cui vive. Se consideriamo 2,3 unità per nucleo familiare e 25,9 milioni di famiglie in totale, il dato finale delle persone che vivono in povertà energetica è di 9,4 milioni. Le spese energetiche non sonocomprimibili: è complicato, quasi impossibile, tentare di risparmiare sugli importi in bolletta se non decidendo dispegneredel tutto il riscaldamento. Per qualche ora, per giornate intere, questo dipende dal grado di disagio delle famiglie in difficoltà, che appunto però continuano a crescere di numero, mettendo in luce un quadro preoccupante. Dagli stessi dati Istat si evince che la quota dispesa destinata all’energia è il 4,4%per le famiglie non in povertà assoluta e dell’8,0% tra quelle in povertà assoluta.Spese non contenibili,appunto, cheincidono maggiormente sul portafoglio delle famiglie più in difficoltà.Per le famiglie che non sono in povertà assoluta l’energia elettrica pesa per l’1,9%, il gas per il 2,1%, mentre per quelle in povertà assoluta l’energia elettrica rappresenta il 4,4% della spesa media mensile e il gas rappresenta il 3,2%. Il fenomeno non è certamente nuovo, tant’è vero che l’Istat diffonde questi dati facendo riferimento aiSustainable Developement Goals, i 17 obiettivi che nel 2015 sono stati adottati dall’Assemblea delle Nazioni Unite e di cui il settimo riguarda proprio l’energia pulita e accessibile, indispensabileper una vita dignitosa. LaCommissione Uenello stesso anno lanciava l’allarme – troppe famiglie non sono in grado di pagare le bollette dell’energia – e ribadiva la connessione tra lafuel poverty, l’indebitamento e le conseguenze sulla salute delle persone. Purtroppo, la Commissione evidenziava anche una problematica cruciale alla quale si è tentato di far fronte: la mancanza di indicatori comuni tra i vari Paesi per compiere un’analisi quantitativa omogenea. La povertà energetica flagella l’Europa intera, un’Europa che non presenta comunque problemi di approvvigionamento acuti e può vantare infrastrutture abbastanza moderne. I responsabili del disagio sono infatti differenti. Da un lato, ilprezzo dell’energiaal consumatore finale, dall’altro lecondizioni degli edifici esistenti. A seguito della crisi finanziaria le bollette sono lievitate e, in parte, hanno inciso anche le politiche di incentivazione delle energie rinnovabili, che purtroppo hanno finito con il penalizzare le famiglie a basso reddito. Se guardiamo al prezzo più elevato delle bollette elettriche, Italia e Irlanda sono al terzo posto, dietro a Danimarca e Germania. Stessa posizione sul fronte dellebollette del gas, stavolta insieme alla Spagna e dietro a Svezia e Portogallo. Non solo. Siamo sesti quando si parla diabitazioni umide, che presentanoperditee necessitano diriparazioni a tetti e infissi(23%)… CLICCA SU:
