VENEZUELA, LE ELEZIONI FANTASMA DEL PRESIDENTE MADURO

VENEZUELA, LE ELEZIONI FANTASMA DEL PRESIDENTE MADURO

Il 15 di ottobre i venezuelani sono chiamati a eleggere i ventitré nuovi governatori dei differenti Stati che compongono il paese. Difficile descrivere il clima elettorale con le nuove regole imposte per la campagna elettorale e l’atmosfera di paura e di indifferenza lasciati dalle proteste e dalla repressione dei mesi scorsi. I camion pieni di altoparlanti che arrancavano dal mattino presto con musiche salsa e reggaetton, chiamando i cittadini ad appoggiare l’uno o l’altro candidato, sono parcheggiati nel silenzio.I gruppi che per strada combattevano alla distanza di un angolo con bandiere e megafoni, volantini e magliette inneggianti al candidato o partito di appartenenza, sono spariti. L’aggregazione popolare di partito con i suoi momenti di festa e d’incontro nelle giornate che precedevano le elezioni, è stata annullata, cancellata. D’altronde dopo l’annullamento reale del voto popolare alle elezioni del parlamento del 2015, quando l’opposizione ottenne la maggioranza assoluta dell’assemblea, era inevitabile che il valore del voto perdesse di significato per molti cittadini.Dopo l’elezione del parlamento, il Tribunale Supremo di Giustizia insieme al governo, hanno impedito all’organo istituzionale di svolgere le sue funzioni, fino ad arrivare all’attuale costituente la cui elezione e il suo numero di elettori, hanno solo convinto ancora di più sulla precarietà del potere del voto nel paese.A questo si aggiunga la schedatura dei votanti fatta dal CNE, Centro Nazionale Elettorale dove, tra i dati appare anche l’appartenenza politica.In questo desolante panorama elettorale l’unica novità che si registra è che un gruppo appartenente al governo è riuscito a farsi riconoscere come partito e parteciperà alla contesa elettorale con il nome di Unidad Politica Popolurar 89 “UPP-89, un partito differente, dei candidati differenti” . Questo lo slogan elettorale dei dissidenti del madurismo, che si dichiarano “veri rivoluzionari”.L’altra grande novità è che per la prima volta l’opposizione è riuscita ad esprimere un candidato unico per ogni stato, evitando l’emorragia di voti delle diverse candidature per un solo seggio che, in passato, hanno portato sempre al rompersi della coalizione d’opposizione e a dare un vantaggio notevole all’unico candidato espresso dal governo.Una campagna elettorale anomala che viaggia, per il governo sulle televisioni nazionali e sui social network per l’opposizione. Per entrambe è un lavoro sul campo che vede impegnati i candidati a percorrere in lungo e in largo gli Stati di appartenenza.L’opposizione cavalca la crisi economica e la mancanza di cibo e delle medicine chiedendo l’apertura di canali umanitari così come il tema dell’insicurezza Al riguardo l’operazione del governo denominata “Operazione di Liberazione e Protezione del Popolo”, ha lasciato dietro di se almeno 560 giustiziati. Si capisce bene la funzione di quest’operazione nel lapsus del presidente Maduro che, nel parlare in tv di quest’operativo lo definisce di “pulizia” per poi correggersi prontamente in “liberazione”.Il governo dal canto suo smuove lo spauracchio dell’impero statunitense, responsabile di tutti i mali del paese, presenta accordi come quello con la Turchia come l’inizio di una nuova geopolitica. Basata sul fatto che: “ Venezuela e Turchia condividono una visione di un mondo differente”. Allo stesso tempo si presentano progetti per aumentare posti di lavoro e la consegna dei pacchi di alimenti Clap. Solo un mese fa è stato aumentato lo stipendio minimo di un 40% ma nello stesso tempo, per esempio, è cresciuto del 30% il costo degli ortaggi. Pane, zucchero e farina di mais spariscono per un periodo per poi riapparire con un nuovo prezzo, ovviamente rincarato.Lo stipendio minimo raggiunge i 325.544 bolivares e un chilo di pomodori costa 24.000 bolivares.Il governo chiama a difendere la “rivoluzione” ma senza poter presentare un progetto politico che faccia intravedere un cambio di rotta della crisi che attanaglia il paese. Dall’altro lato l’opposizione chiama a un cambio che, oltre all’abbattimento dell’attuale governo, non sembra offrire un progetto politico credibile e sostenibile viste le differenti parti che la compongono.Così con la testa bassa di chi lotta ogni giorno per portare da mangiare a casa, stanco della politica tutta che solo qualche mese fa lasciava sull’asfalto 150 morti, oramai dimenticati, si ritrova il venezuelano a votare nel silenzio e nella paura e senza sapere se il suo voto sarà rispettato.