L’ENNESIMA LEZIONE DI STILE DI GIUSEPPE CONTE A SALVINI. LA APPRENDERA’?
Stamani Salvini si è svegliato con l’obiettivo di portare Giuseppe Conte alla rissa. Ci ha provato per tutta la mattina. Strepita, strilla, provoca. Ha fatto decine di post, tweet. Tutto con un obiettivo: scatenare una rissa. Per farsi considerare. Per farsi legittimare dal Presidente del Consiglio. Ma anche qualcos’altro: farsi aggredire. Per poi dire “Vedete? Siamo tutti uguali: il premier insulta”. E via a fare il solito Salvini con quella faccia finta sorpresa. A parlare di buonsenso. Arrivato però all’ora di pranzo gli attacchi non avevano sortito effetto. Così si è giocato la carta migliore: mentre Conte riferiva alle opposizioni sulla situazione, cos’ha fatto lui? Si è messo a twittare. Avete capito bene: mentre il Presidente del Consiglio era in riunione con loro, lui twittava fomentando la gente sull’INPS. Un gesto di una maleducazione unica, oltre che irresponsabile. Fatto volutamente per farsi rispondere male. Sapete però cosa è successo? Che gli è andata male. Dopo ore e ore di attacchi, e dopo questo sgarbo, Conte ha sì deciso di rispondergli. Ma non come sperava lui. “Questo è soffiare sul malcontento, una cosa diversa dal confronto che stiamo facendo qui”. Una riga. Una riga contro le centinaia di parole e attacchi durate ore. Una riga che lo inchioda senza un insulto, senza una battuta, senza una parola fuori posto. Una riga che ci dice che oggi Salvini la “legittimazione da rissa” non l’ha portata a casa. Ma una lezione di stile sì.L’ennesima.
