CARIGE, IL PD CHE FA IL “SUO” E LE INSINUAZIONI SU CONTE

CARIGE, IL PD CHE FA IL “SUO” E LE INSINUAZIONI SU CONTE

Nel gran calderone democratico della Rete, su siti come Dagospia e Repubblica.it circolano due “grida” di segno contrapposto ma egualmente discutibili. La prima: il salvataggio di Carige da parte del governo sarebbe influenzato da interessi personali: Guido Alpa, già mentore e socio di studio del premier Conte è stato a lungo consigliere di Carige e, sua volta, Conte è stato consulente del finanziere Mincione, socio diCarige. Ma immaginare che una operazione così grossa come il salvataggio di Carige sia spinto da interessi personali, è un’illazione a prima vista eccessiva. Persino assurda. Anche perché con accuse così generiche e poco argomentate, si finisce per sminuire l’efficacia della critica a decisioni del governo che invece sono oggettivamente controverse, se non peggio. Così come è povera di argomenti l’accusa di chi rimprovera il Pd per “eccesso di rivendicazione”, lamentando cioè che Gentiloni e Renzi sbaglino nel ricordare polemicamente l’opposizione scandalizzata dei Cinque stelle ai salvataggi operati dai governi di centrosinistra. Un’accusa incomprensibile: è vero che il Pd spesso fa una opposizione che fatica a “mordere”, ma questo non può impedire a quel partito di ricordare agli altri gli eccessi di demagogia e la ormai conclamata distanza tra dire e fare su tante questioni: Tap, banche, trivelle, F35, Ilva…