COME FUNZIONA (PIU’ O MENO) LINKEDIN – VE LO SPIEGA UN EX-INFLUENCER
Ciao, scommetto che perdi molto tempo su Facebook e ne perdi poco su Linkedin. Male! Non lo dico io, lo dicono tutti i più importanti social media HR fuffers, tutti i CEO, Mio, Mao e ovviamente i project manager. Non hai capito niente? Per forza, non usi Linkedin, mica potevi capirlo. “Sì, ma a cosa mi serve LInkedin?” chiede Anna Semplici.“Che domanda semplice… serve per il lavoro” è la risposta.“Sì, ma io lavoro all’ufficio del catasto con contratto a tempo indeterminato, cosa me ne faccio?” replica Anna Semplici.E qui un influencer o un professionista della comunicazione digitale, anzi un digital communication HR expert (è perchè no… anche manager) potrebbe vacillare. Effettivamente ad Anna Semplici cosa le potrebbe servire Linkedin? A niente, però non si può rispondere#anientequindi bisogna raccontarle (storytelling) di aprire un profilo su Linkedin, pitonarlo coi propri skills, aggiungere un curriculum pompato (curriculum efficace), usare parole in inglese e postare link a news che parlino degli uffici del catasto in the world. Cara Anna, potresti diventare un influencer a tema “uffici del catasto” e tutti potrebbero seguirti, contattarti, porti domande sull’ufficio del catasto e tu potresti risondere loro in maniera efficace ed acquisire così autorevolezza, che in rete è quello che conta.“Scolta, io sto così tranquilla nel mio ufficio, ho un lavoro fisso, il 27 mi pagano regolarmete, se mi ammalo mi pagano pure, ho ferie, permessi retribuiti e ho pure i buoni pasto… sai cosa me ne frega a me di Linkedin!”. Come dare torto ad Anna Semplici, ma mica tutti hanno la sua fortuna, c’è chi è molto più fortunato di lei che ha trasformato la propria passione in lavoro e ogni giorno su Linkedin può postare del proprio lavoro, dei propri successi e grazie a questo indiscutibile trionfo può incrementare i propri clienti in un processo di crescita senza fine, tipo uno che mangia bomboloni tutto il giorno e non contento dei propri 152 chili vuole arrivare a 180, 200 e perché no, 220 che fa molto presa della corrente (power point). In poche parole, Linkedin è ottimo se tu sei alla perenne ricerca di lavoro e di clienti (bulimic worker), oppure se sei disoccupato e vuoi trovare un lavoro “in inglese” a caso (Attenzione, Linkedin non va bene se cerchi lavoro da idraulico, ma se vuoi fare il plumber “sì”). Altro aspetto importante di Linkedin è pompare il proprio curriculum con esperienze di lavoro incredibili da scatenare invidia nei propri confronti (sempre ammesso che ci sia gente che invidia un lavoro di un altro), pompare i propri successi, essere#protagonistidistocazzo(oggi briefing col CEO di una startup digitale da millemila dipendenti che fattura millemilamiliardi di euro al minuto) e soprattutto dare consigli su come fare successo (e qui è importante aver avuto successo, altrimenti non sei credibile) e su come trovare nuovi lavori e nuovi clienti di continuo (enduring unemployment). Se ti sei stancato di parlare di niente su Facebook e vuoi parlare di lavoro, LInkedin è sicuramente il tuo social, ma attenzione: non fare l’errore di usare Linkedin come Facebook. Se oserai farlo verrai crocifisso (crucified manager) e qualcuno ti dirà “Oh, qui non siamo su facebook! Qui si produce! Qui si fattura! Qui si parla di lavoro perché il lavoro è vita e sono soooldiiii, moooney….. e realizzazione personale, personal realization”. Quindi niente foto di gatti, a meno che tu non crei una startup dove assumi gatti (o ancor meglio, solo gatte, perchè il gender is important) e allora sì che il popolo di LInkedin ti apprezzerà. Miao, anzi#mieowe buon lavoro. P.s. se fai dei lavori manuali in italiano, lascia perdere LinkedIn
