ALLA DOGANA CHIESERO A EINSTEIN “RAZZA?”. RISPOSE “UMANA, NON SI VEDE?”

ALLA DOGANA CHIESERO A EINSTEIN “RAZZA?”. RISPOSE “UMANA, NON SI VEDE?”

L’importanza della comunicazione, la responsabilità della comunicazione! Continuavano a inoculare il veleno dell’intolleranza proclamando di non essere razzisti. Ma ognuno a casa sua! Come se bastasse dire “No” alle migrazioni inevitabili, comuni a bufali e gru, balene e rondini, a tutti gli appartenenti al Regno animale, noi compresi, che siamo di razza umana, l’unica che ci comprende tutti sul pianeta. Quando alla dogana chiesero ad Einstein: “Razza?” lui rispose: “Umana, non si vede?” Insomma, tutti gli animali si spostano alla ricerca di risorse per la sopravvivenza, e i primi siamo stati proprio noi, l’homo sapiens, quando abbiamo lasciato l’Africa e ci siamo piazzati in Europa. Obbligati e disperati proprio come i migranti sui barconi, ‘gli invasori’ brutti sporchi e cattivi! Ma non eravamo preparati, né culturalmente né praticamente. In poco tempo la paura si mutò in odio, le differenze in separatismo, e come sappiamo, l’idea ha avuto fin troppo successo. Si cominciò moltiplicando le aggregazioni di simili sempre più simili, sempre più intolleranti di ogni diversità. Persino regionali. Nei programmi scolastici si inserì la Storia Territoriale, dettagliatissima fino all’ubicazione della scuola, ignorare i Proverbi Dialettali diventò più grave di non conoscere Leopardi. Ognuno mise in piazza la statua del suo eroe, si cucì la sua bandiera e cantò il suo inno. Si cominciò così, e come al solito all’inizio si fece dell’ironia. Ma dai, fanno ridere, è una farsa! C’è un subdolo pericolo nella parola ‘divertente’, dovremmo averlo imparato. Ma nessuna lezione ci ha mai insegnato niente. Soprattutto nessuna lezione di Storia.