IL 30 APRILE 1982 CADEVA SOTTO I COLPI DELLA MAFIA PIO LA TORRE

IL 30 APRILE 1982 CADEVA SOTTO I COLPI DELLA MAFIA PIO LA TORRE

Oggi ricordiamo il sacrificio di Pio La Torre, caduto sotto i colpi della mafia e di quelle “menti raffinate”, in altre occasioni chiamate “pezzi infedeli dello Stato”, che Falcone anni dopo citava dopo essere scampato all’attentato dell’Addaura. Mesi dopo cadde anche il Generala Dalla Chiesa che insieme a Pio La Torre aveva imboccato la strada giusta per combattere in modo adeguato la mafia e quelle “menti raffinate” citate anche nella sentenza che condannava i suoi assassini. Pio La Torre, Segretario Regionale del Partito Comunista e deputato fu uno strenuo combattente contro il crimine organizzato e solo alla sua morte lo Stato si convinse che senza un suo contributo più incisivo si creavano solo martiri da celebrare con risultati insoddisfacenti. A Pio La Torre si deve la legge n. 646, del 13 settembre 1982, nota appunto come legge “Rognoni-La Torre”, che introdusse nel Codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Legge che ha favorito le indagini e le conseguenti catture di tanti appartenenti alla criminalità organizzata. Spiace che proprio nella celebrazione, nel ricordo di questo grande uomo di Stato si parli di scarcerazione di mafiosi anche di un certo calibro giustificandole con l’emergenza corona virus. Si spera che, proprio in ricordo dei tanti martiri di questa lotta tra Stato e mafia ci sia un ripensamento.