IL FATTORE TEMPO È DECISIVO PER LA RIPRESA
Il tempo è importante non solo per le graduali riaperture delle attività, ma anche per il ruolo che devono svolgere le istituzioni pubbliche; alle quali ormai tutti, anche i più convinti liberisti, chiedono di intervenire nell’economia. La liquidità non arriva in tempo alle imprese o addirittura si blocca; la cassa integrazione e i sostegni al reddito e alle partite iva giungono con ritardi inaccettabili; anche gli stanziamenti a favore della sanità sono ancora da erogare.È come se un mare di buone iniziative e di ingenti risorse si infrangesse contro il muro della burocrazia, dei cosiddetti tempi tecnici, della normalità sonnolenta e ridondante del funzionamento della pubblica amministrazione.La questione ci riguarda anche come Regione, a cominciare dalla cassa integrazione, su cui pure siamo intervenuti.Ma il grosso, è evidente, riguarda lo Stato.Per questo mi permetto di rivolgere al governo e a Conte un appello forte e sincero: se non vuole che tutto il grande lavoro finora fatto sia vanificato alimentando il rancore per le promesse mancate, dedichi il prossimo DPCM a un intervento di snellimento delle procedure, tagli i passaggi e i tempi, cancelli il timore dei funzionari pubblici a decidere e ad assumersi responsabilità, dia loro fiducia e li sproni a fare e a spendere penalizzando chi non lo fa. Anche sul versante della spesa pubblica più legata agli investimenti c’è da essere preoccupati.Centinaia di miliardi di fondi pubblici nazionali per opere pubbliche non sono spesi per contenziosi, ritardi e procedure estenuanti.Solo in Toscana contiamo almeno 6 miliardi di grandi opere, già finanziate, ferme o in ritardo.Se fossero iniziate e fosse garantito un flusso di spesa pari ad un miliardo, troverebbero occupazione circa ventimila lavoratori e si realizzerebbero infrastrutture necessarie ormai da decenni.La domanda che faccio è semplice: perché non adottare per tutte queste opere il modello usato per il ponte di Genova?Quello costruito dal sindaco e commissario Bucci è uno dei ponti più spettacolari al mondo, tirato su in un anno, con alte competenze, ma anche con la deroga alle normali procedure.Se a Genova è stato possibile, perché non farlo anche per le altre grandi opere?Il principio che deve ispirare questa rivoluzione deve essere non quello del controllo sulle procedure ma quello della responsabilità e del controllo sui risultati.Se da parte del governo venisse davvero fatta questa scelta non mancherebbero in poco tempo risultati straordinari e positivi. Infine, la vicenda dei fondi europei.Diversamente, dalle scemenze che quotidianamente si sentono sulla bocca dei nazionalpopulisti di opposizione e purtroppo anche di governo, dall’Europa arriverà in Italia un profluvio di centinaia e centinaia di miliardi.Nessuno per ora, escluso il Ministro Provenzano, si è posto il problema di come spenderli rapidamente evitando ancora una volta ritardi e disimpegni e brutte figure con i nostri partner.Anche di questo sarebbe bene parlarne e adottare subito provvedimenti e procedure adeguate e veloci, concertate con la Commissione Europea.Se non c’è chiarezza su questo punto, ancora una volta rischiamo di fallire; allora, statene certi, i nazionalisti e i populisti saranno pronti a dire che è colpa dell’Europa, mentre invece è soltanto responsabilità nostra.
