INIZIATA LA RIVOLUZIONE DI SANCHEZ IN SPAGNA: L’ALTERNATIVA E’ POSSIBILE

INIZIATA LA RIVOLUZIONE DI SANCHEZ IN SPAGNA: L’ALTERNATIVA E’ POSSIBILE

Sì Se Puede, hay que echarlos!(Si, si può, dobbiamo buttarli fuori). E passata la storicamociòn de censura(mozione di sfiducia), impensabile e inimmaginali 72 ore prima, è arrivato il liberatorio e trionfale:Adiòs, Rajoy, adiòs Partido Popular. E’ così iniziata la possibile, difficile,rivoluzionediPedro Sanchez, il nuovo Premier del governo socialista di minoranza insediatosi in Spagna, dopo aver giurato, per la prima volta nella storia, sulla Costituzione e non come, da consuetudine e rito, sulla Bibbia. La vittoria diSanchezè frutto della sua intelligenza nel proporre, coraggiosamente, al momento giusto lamozione di sfiduciacontro il governo del popolare cattolicoMariano Rajoye della sua sincronia con il sentimento del popolo:basta con la corruzione, l’arroganza, l’uso patrimoniale delle istituzioni, le politiche che favoriscono ricchi e privilegiati e penalizzano drammaticamente i ceti più deboli della società. Una sfida che sembrava impossibile, sulla cui riuscita nessuno avrebbe scommesso una peseta. Eppure sullamozione di sfiduciadiSanchez– a seguito della sentenzaGürtelche ha condannato a 351 anni di carcere diversi membri delPartido popularper aver beneficiato di fondi, derivanti dal sistema di corruzione sugli appalti pubblici, si sono ritrovati con il Psoe, i movimenti populisti di sinistra, comePodemosnato sull’onda degli Indignados che reclamavano Real Democracy Now (Una nuova democrazia ora), di centro, i due movimenti indipendentisti della Catalogna (Erc e PDeCat), i radicali (Bildu), i valenziani di Compromìs, il Partito Nazionalista Basco conservatore (PNV). E dall’esterno ha avuto l’appoggio del sindaco di BarcellonaAda Colau,leader del movimentoBarcelona en Comù:Non possiamo permettere che la corruzione si installi nelle nostre istituzioni. La mozione di sfiducia è un imperativo etico. Noi suoniamo la democrazia, le libertà, i diritti sociali…E’ il momento di buttar fuori Rajoy e il Partido Popular. Difficile dire quanto durerà il governo socialista di minoranza – simile a quello del socialistaAntonio Costache governa il Portogallo con l’appoggio esterno delPs(Partito socialista portoghese) e della sinistra radicale, ilPcp(Partito comunista portoghese) e ilBloco di Esquerda– e sin dove potrà arrivare. Per ora Sanchez e i movimenti populisti che hanno sostenuto la sua mozione di sfiducia hanno smentito e infranto il tabùl’alternativa non esiste,ossia che la Spagna, come il Portogallo,non era riformabilee cheun altro governo, fuori dal mantra neoliberista e globalista, è possibile. E il primo banco di prova sarà la scottante crisi della Catalogna per la qualeSanchezsi è impegnato a trovareuna soluzione politicaattraverso il dialogo:il conflitto si può risolvere prima di tutto con una relazione bilaterale. Nonostante la complessità della questione,la sensazione è cheora almeno c’è la possibilità di impegnarsi in un dialogo, se c’è ora la garanzia che le persone vogliono ascoltarsi a vicenda,ha dettoJoan Tardà,deputato diEsquera Repubblica de Catalunja(Erc), pur rimarcando che ilSì a Sanchez è il No a Rajouy. Quel che c’è da imparare dalla vicenda spagnola è che i più difficili, complessi e complicati conflitti hanno una possibilità di composizione in politica non isolandosi sull’Aventino a mangiar pop corn e, in un’attesa messianica che tutto crolli, a rispolverare l’antifascismo di comodo quando la casa brucia per insipienza, arroganza, e scarsa sintonia con il sentimento generale delle persone.