LA FRITTATA E’ FATTA?

LA FRITTATA E’ FATTA?

Affrontare la realtà (ogni realtà, anche quelle personali o lavorative) pensando di poterla ribaltare senza averla prima studiata, capita, è inutile. O pericoloso. Per capirla, e studiarla, bisogna avere un atteggiamento aperto, non pensando che tutti i torti siano da una parte, e le ragioni dall’altra.Buoni e cattivi non sono mai nettamente distinguibiliInsomma, rifuggire massimalismi, pregiudizi, moralismi, visioni etiche.Almeno, questo dovrebbe essere un approccio liberale, laico, riformista.Vòlto a cambiare le cose in modo reale, progressivo, non producendo caos e autoritarismo. Ok. Diciamo che stiamo dove stiamo per motivi antichi, cancrene che hanno radici profonde.Rinuncio alla lettura Radicale, troppo radicale, appunto (partitocrazia in piena funzione già dai primi anni ’50, progressivo tradimento dei princìpi costituzionali, occupazione delle Istituzioni ad opera dei partiti via via sempre più capillare, fino a produrre inefficienza, spreco, corruzione, in ogni più sperduto anfratto della macchina dello Stato). Prendiamola più soft. La democrazia italiana, pur tra mille errori e rallentamenti, ha funzionicchiato.Poi Tangentopoli ha ripulito un po’ di marcio (cazzata, ma la voglio dare per buona), e l’infezione l’ha prodotta il berlusconismo. Corruzione, conflitti d’interesse, tv che manipola le menti. Degrado morale, politico, morale, istituzionale (non ci credo a queste cose, ma le dò per buone). In questo quadro preoccupante, nel 2008 arriva la crisi economica peggiore da quella del ’29 (che consolidò fascismo e nazismo, e portò alle seconda guerra mondiale).Nel 2013 emerge Renzi, e prova a mettere in atto un progetto riformatore. Il più ampio dai tempi del craxismo (che fu un guaio, sul piano dei conti pubblici: ma la Seconda Repubblica, se guardiamo i numeri, ha fatto peggio ). Ha credito popolare per un anno e mezzo, poi lo perde. Ostacolato da fuoco amico, da errori propri, e dall’insorgere dei movimenti populisti (Trump, Putin soffiano sul fuoco; obiettivo: indebolire l’Europa, il cuore della cultura, l’area del mondo col benessere più diffuso), Renzi crolla. Il Pd nel 2018 fa la cazzata di non accordarsi coi 5S (non ci credo, ma dò pure questo per buono), e arriviamo dove siamo. Un Parlamento praticamente inerte.Un governo che non decide nulla, tranne un paio di provvedimenti economici (pace fiscale, che porta un po’ di denaro allo Stato, e reddito di cittadinanza, che dà una rifiatata a pochissima gente).Economia in stato pietoso, stato sociale via via sgretolato, attacco diretto alle libertà individuali (in questo la Lega è una ‘nticchia peggio dei 5S), attacco violento allo Stato di Diritto (Lega su questioni migratorie, decreti sicurezza liberticidi, 5S su riforma della giustizia, sistema penitenziario, prescrizione, ecc). Insomma, non vogliamo chiamarlo fascismo ma solo “emergenza democratica”? Va bene. Accetto pure questo. Se ora stiamo messi che con “zingaraccia” il (presunto) ministro degli interni raccoglie altro consenso, che cosa toccherebbe fare per cercare di evitare il peggio? Il Pd, con mille e mille e mille difetti, a me sembrava ancora un argine alla deriva. Ma comincio a capire che non è così.Un partito guidato da uno che si pronuncia con dei “no” e dei “vediamo” su legalizzazioni droghe leggere, fine vita, taglio parlamentari, che rinvia al 12 settembre la sfiducia al (presunto, sedicente) ministro degli interni, dove può portarci? Il centro moderato (comunque già innervato di infiltrazioni reazionarie, e bloccato dalla presenza di Berlusconi) si sta sgretolando, e finirà per asservirsi in buona parte a Salvini.Che più dice volgarità eversive, più acquisisce consenso, pare.QUESTA sembra essere la realtà. Ci sono altri punti di riferimento (a parte i Radicali, lo so, è “casa mia”: ma in questo momento non credo bastino a fermare la deriva)?Il presidente della Repubblica che ruolo può avere? A parte espatriare, o confidare in un ribaltone (che per me sarebbe letale per il paese), che si fa?