MEGLIO NON ANDARE IN CERTE TRASMISSIONI, CARO VAURO SENESI
A Dritto e rovescio, su Rete 4, il 64enne Vauro ha urlato in faccia a Massimiliano Minnocci, alias Er brasiliano, “fascista di merda”. Ciò avveniva dopo che il culturista romano con tatuati addosso Mussolini e Hitler – fenomeno social da 90mila follower, cosa di cui tutti noi dovremmo interrogarci e spaventarci – aveva verbalmente intimidito una giornalista in studio. Del Debbio, il conduttore, sedava la rissa attribuendo le colpe ad entrambi condannando quindi la reazione di Vauro. Adesso, a parte esprimere solidarietà a Vauro, possiamo fare un ragionamento sull’utilità o meno di andare a trasmissioni come Dritto e Rovescio? C’è chi sostiene che bisogna occupare tutti gli spazi mediatici per fermare i germi del populismo di destra, al contrario ritengo che andando si finisce, incosciamente, di essere sussunti e funzionali al “giochino”. Quella rissa tra Vauro e il Brasiliano fa infatti share e notorietà al programma, Del Debbio oggi gongola. Non è certo infastidito dagli insulti odierni sui social dei militanti antifascisti! Dirò di più, la questione è politica: bisogna disertare quei salotti e denunciare che nel Paese il problema non sono tanto i 50 nazisti impresentabili della curva del Verona ma quella destra “normalizzata” (becera e pericolosa) capeggiata in Parlamento da Salvini e Meloni e mediaticamente ben rappresentata dai Del Debbio di turno. Quella è tv trash, è spazzatura. Non informazione. E non capisco perché Vauro passi ancora lì il suo tempo. Nel mio piccolo: quando mi hanno invitato in tv a confrontarmi sull’immigrazione – perchè cercavano un “buonista” da contrapporre a Giordano, quello che spacca le zucche in diretta – ho preferito un secco NO. Perché prestare il fianco? C’è un limite alla decenza (e agli spazi di confronto).
