PAOLO FERRERO: «PORTANO L’ITALIA AD UNA CRISI SOCIALE»
PAOLO FERRERO, Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea:PORTANO L’ITALIA AD UNA CRISI SOCIALE L’intervista ad A. Panagopoulos è stata pubblicata sul quotidiani di SYRIZA “Avgi”, domenica 3 Maggio del 2020.“Hanno fatto l’errore di chiudere troppo tardi e commettono l’errore di aprire troppo presto. La logica del profitto attraverso l’attività economica ha contribuito alla diffusione del coronavirus, mentre la logica del profitto applicata attraverso le privatizzazioni e i tagli ha aumentato molto le vittime. Non puoi combattere il virus con il nazionalismo, come afferma la destra fascista e razzista e l’estrema destra. Purtroppo, la maggioranza del Partito popolare e del Partito socialista europeo non sono in grado di uscire dal circolo vizioso neoliberista per far ripartire l’Europa con una nuova visione. Con questa politica, stanno aprendo la strada alla destra più razzista”, ha detto ad “Avgi “ Paolo Ferrero, vicepresidente della Sinistra Europea, ex ministro della Solidarietà Sociale con Prodi ed ex segretario della Rifondazione Comunista. -Com’è la situazione in Italia oggi?Il governo sta lavorando per aprire le industrie e tenere chiuse le piccole attività economiche e commerciali, come la vendita al dettaglio e le microimprese. Questa apertura non funziona perchè non sono stati fatti test, controlli, o è stato fatto molto poco. Esiste un grande rischio che con la riapertura delle imprese avremo una nuova diffusione del virus. D’altra parte, hanno adottato misure molto restrittive per i cittadini, sostenendo nei giorni scorsi che non dovevamo uscire di casa nemmeno per una passeggiata da soli. Il governo sta perseguendo una politica sbagliata che è generosa per le imprese, in cui i lavoratori andranno a diffondere il virus, e trova difficile concedere ai cittadini anche le cose più piccole, come entrare nei negozi uno per uno. -C’è anche il problema del sistema sanitario …Per quando riguarda il sistema sanitario, che si basa a livello regionale, nei posti in cui ha mantenuto le sue caratteristiche pubbliche, con i medici di famiglia e l’assistenza a livello territoriale, ha risposto in modo soddisfacente all’emergenza, mentre dove abbiamo avuto privatizzazioni e grandi tagli, esempio emblematico è la Lombardia, abbiamo pianto la maggior parte delle vittime perché il sistema è crollato. Lasciano morire le persone indifese a casa. Il bilancio delle vittime e dei contagiati è molto più alto di quello dei rapporti ufficiali. Nella provincia di Bergamo in Lombardia sono centinaia di morti in più di quelli ufficiali. -Come ha visto le misure economiche e sociali del governo per affrontare la pandemia?Parlano molto e fanno poco. Molte persone non hanno ricevuto per ora nemmeno un piccolo aiuto. Le misure annunciate dal governo raggiungono i 50 miliardi, mentre quest’anno l’economia affonderà per 140/150 miliardi, avvicinandosi al 10% del PIL, le entrate fiscali saranno ridotte di 70 miliardi, dati che dimostrano che le risorse impegnate per contrastare la crisi saranno un terzo (1/3) del danno all’economia. Il Giappone spenderà 1 trilione e ha solo14 mila contagiati, l’Italia che ha 200 mila contagiati per adesso ha deciso una spesa di soli 50 miliardi.In Europa, i negoziati sono svolti sul Meccanismo europeo di stabilità (MES) e sugli Eurobond senza menzionare la questione della BCE, perché hanno limitato il confronto sulla solidarietà statale, rendendo più facile per alcuni governi affermare di non voler pagare i debiti dell’Europa del Sud. E’ invece necessario chiedere alla BCE di allargare quello che sta gia facendo e finanziare la spesa in modo che questa non debba essere restituita e in modo da non rivolgersi al contribuente tedesco. La BCE potrebbe sostenere la liquidità con 1 trilione, sostenere i sistemi sanitari, le imprese, i disoccupati, le famiglie e la trasformazione ambientale della produzione. Come del resto fanno tutti gli altri paesi del mondo, a partire dagli USA. Inoltre in Italia è necessario fare una tassa sui grandi patrimoni, perchè i ricchi soldi ne hanno e debbono contribuire alla spesa. -Il governo Conte resisterà o ci sarà un altro governo, di una possibile “unità nazionale”, di “grande coalizione” o “tecnico”?È molto difficile per il Partito democratico e il Movimento a cinque stelle andare al governo con la Lega, e quindi mi pare impossibile per il Pd e il M5S scaricare Conte. Renzi sta spingendo in quella direzione ma il suo principale interlocutore, Berlusconi, si è allontanato dal centro-destra e ha appoggiato Conte sulla questione del MES. Conte attualmente ha un consenso abbastanza elevato, il che è ancora più importante se si considera che non ha un suo partito alle spalle. Inoltre Conte è stato molto attento alle richieste di Confindustria. Conte non mi pare in pericolo a causa dei “giochi” di palazzo e di potere. Conte rischia se esplodono le contraddizioni economiche e sociali, che tutti cercheranno di sfruttare, dai populisti e dall’estrema destra alle organizzazioni criminali. Grandi aree del paese sono impoverite in breve tempo ed è questo il vero fattore di instabilità del governo Conte, la sua inefficacia sociale. -Come reagisce il centrosinistra e la sinistra?Il Pd nel governo e nella Commissione Europea, controllando i ministeri della Finanza e dell’economia, si è appiattito sulle politiche dell’Eurogruppo. Non svolge certo il ruolo di sinistra del governo che appare invece più impersonato sui temi economici da Conte che dal PD. C’è il ministro della sanità Speranza, che proviene da “Liberi e Uguali” e L’”Articolo 1″, ma non è portatore di una battaglia politica sui nodi economici e cerca di caratterizzarsi come ministro civile ed efficente. Anche Sinistra italiana non si caratterizza per una battaglia politica sui temi economici e sociali.Noi come Rifondazione Comunista abbiamo spinto su tre assi, la chiusura delle industrie, per limitare la diffusione del virus, anche collaborando con i sindacati, abbiamo proposto la patrimoniale per le grandi ricchezze e la richiesta dei finanziamenti dalla BCE e abbiamo sostenuto l’assistenza immediata per i soggetti vulnerabili, che affrontano ormai problemi di sopravvivenza. Il problema non è il coronavirus in se, ma tutto ciò che hanno fatto di sbagliato negli ultimi anni e tutto ciò che hanno intenzione di fare seguendo la stessa politica sbagliata. Temo che ci porteranno ad un nuovo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, peggio della crisi precedente, per salvare le banche. È arrivato il momento che l’Europa si occupi della sua gente.
