RACCONTINO DELLA NOTTE. L’APERITIVO, ALCOL E PATATINE
L’aperitivo, alcol e patatineRaccontino della notte. Stamane ho attraversato piazza del Duomo, passo spedito, quattro mele, sette arance per la spremuta dellaMinnie, finocchi, zucchine, carote per me. La piazza era deserta: sguardo all’insù, ho salutato il mio Torrazzo. “Mi mancate”, mi ha detto al telefono Adelina, l’amata sorella blindata a Milano con il cognato e il nipotame, Anna e Pietro, i gioielli di famiglia. Ai tempi del no Covid-19, il sabato l’Ade faceva una scappata qui a Cremona, l’aperitivo con la Minnie all’ombra del Torrazzo e lavoro permettendo, ci andavo pure io. Veniamo alla cronaca. Dopo la frenata di ieri e il timido ottimismo, il bollettino di guerra odierno ci ha demoralizzato: in provincia di Cremona + 136 contagiati per un totale di 3061 e altri 31 occhi spenti dall’invisibile bastardo. Nella conferenza stampa delle 18, giù a Roma, il capo della Protezione civile Borrelli ha ‘snocciolato’ i numeri della sofferenza e del dolore: nelle ultime 24 ore, 4512 nuovi contagiati, 894 guariti, 743 persone che non ce l’hanno fatta. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore della sanità, ha chiuso il suo intervento, ringraziando i medici, infermieri, medici di base, operatori sanitari in trincea. E, aggiungo io, le signore che negli ospedali fanno le pulizie, esposte pure loro all’invisibile bastardo. L’Italia del dolore, l’Italia della solidarietà. Terremoti, alluvioni, ponti che crollano, nei disastri noi diamo il meglio. Ma anche all’estero. L’orgoglio di essere italiana, io l’ho sentito prepotentemente nel marzo-aprile del 2006, quando, grazie al sindacato di noi giornalisti della Lombardia e al mio giornale, saltai su un C130 dell’Aeronautica italiana e volai a Kabul prima, ad Herat dopo. All’epoca, la missione di pace era sotto l’egida italiana, guidata dal generale Mauro Del Vecchio. Elmetto in testa, la schiena tenuta dritta dai venti chili di giubbotto antiproiettile, sui Puma si partiva: su in montagna, tra le tende dei profughi, giù in pianura, tra i villaggi incastonati nell’argilla, dove l’aratro solcava la terra, ed ancora per i mercati e per le strade. Ovunque noi giornalisti andassimo scortati, la dignitosa popolazione afgana abbracciava i nostri amatissimi soldati: “Vi prego, non andate via, non lasciateci soli”. Oggi ho letto il notiziario stampa, ma noi lo chiamiamo il mattinale, del Comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Cremona. “Carabinieri: non solo controlli, ma anche aiuto alla popolazione”. Si racconta che nei nostri paesi, i militari bussano alle porte degli anziani: consegnano spesa e medicine. Ma anche il cibo per i gatti. E’ accaduto a Pescarolo, dove due nostre care nonne, 75 e 83 anni, blindate in casa, hanno chiesto aiuto per i mici, uno non mangiava da tre giorni. Ed e’successo a Castelverde. Qui i carabinieri hanno portato 50 chili di mangime ad un anziano proprietario di una decina di galline. “Piccoli gesti, non solo simbolici, fatti da uomini dello Stato che hanno fornito a chi li ha ricevuti un po’ di speranza e di sollievo in questo periodo difficile”, conclude il mattinale. Piccoli gesti? Grandiosi gesti! Avrei voluto essere lì con loro, i carabinieri, per registrare la commozione dei nostri cari nonni. Ai tempi del Covid-19, l’infinita, straordinaria, catena della solidarietà (dai medici agli infermieri, dagli operatori sanitari alle signore delle pulizie, protezione civile, rete di volontari, vigili del fuoco, forze dell’ordine, tutti ) ci fa ritrovare l’orgoglio di essere italiani. Ai tempi del Covid-19 ho preparato l’aperitivo in cucina: alcol e patatine. In attesa di tornare a sedermi all’ombra del Torrazzo con la Minnie e l’Adelina.
