TIK TOK E L’ERA DEI “PEZZETTI DI BRANO”, DEL LOOP, DEL REFRAIN

TIK TOK E L’ERA DEI “PEZZETTI DI BRANO”, DEL LOOP, DEL REFRAIN

Se dopo l’arrivo di iTunes abbiamo iniziato ad ascoltare brani singoli e non dischi interi, e se dopo la comparsa dei vari Spotify questa tendenza è diventata irreversibile, Tik Tok ci sta facendo entrare addirittura nell’era del “pezzetto di brano”, del loop, del refrain-ritornello. Se quei 15″ secondi di suono funzionano bene su Tik Tok, il pezzo finisce al primo posto su Billboard, come è già accaduto in passato a pezzi come “Old Town Road “di Lil Nas, e continua ad accadere in continuazione. Questo porta l’industria discografica a ragionare al contrario: il pezzo deve poter funzionare in un video di 15” o anche più breve, con tutto ciò che ne consegue musicalmente. E porta addirittura chi scrive i testi, a scriverli in modo che si prestino bene a gesti e mimiche da parte dei giovani utenti (sta accadendo davvero). Possiamo ovviamente snobbare o detestare questa tendenza, ma io ci farei i conti visto che saranno i nati nella Gen Z (i post-Millennials) a guidare le scelte musicali di domani, come è sempre stato del resto. Il successo di “Carote” – per dirne una più vicina a noi – non è altro che il frutto di questa tendenza. Poco importa il pezzo in sé, ma quello che si porta dietro. Non è una cosa bella di certo, ma a me questa tendenza sembra tra le rivoluzioni o forse involuzioni principali del mercato musicale degli ultimi anni.