APRITE I PORTI? APRITE I SEGGI!

APRITE I PORTI? APRITE I SEGGI!

Il dibattito sul decreto sicurezza, tutto incentrato su barconi e richiedenti asilo, ha praticamente fatto uscire di scena gli immigrati che da tempo vivono regolarmente nel nostro paese e contribuiscono alla sua economia con lavoro e tasse. La prima versione del disegno di legge sulla cittadinanza e lo ius soli, nel 2011 (http://www.litaliasonoanchio.it/, nella foto il logo della campagna), aveva un combinato disposto – poco notiziabile perché non permetteva di pubblicare foto di negretti e cinesini – legato al diritto di voto per le elezioni amministrative per gli stranieri extracomunitari con documento CE per lungosoggiornanti. Gente che è arrivata in Italia, si è regolarizzata, ha rinnovato anno dopo anno il permesso di soggiorno (so cosa vuol dire iniziare ad agitarsi quattro mesi prima della scadenza perché il tuo progetto di vita è legato a un timbro) e, dopo 5 anni di residenza ininterrotta, ha potuto ottenere (a discrezione, non in automatico) l’ambito documento che offre un minimo di stabilità e di condizioni equitative.In quel 2011 che oggi sembra lontano anni luce, si pensava fosse giusto riconoscere a queste persone il diritto di voto alle elezioni amministrative locali, per dire la loro sul governo di quei territori al cui benessere contribuiscono. Quella proposta di legge è poi scomparsa nel successivo tentativo di ius soli annacquato, boicottato dalla stessa maggioranza al governo.Per fare un confronto, nella bananera repubblica argentina – grazie a quei governi populisti invisi alla sinistra moderna europea – i cittadini extracomunitari (extra Mercosur come me, per gli altri è più semplice) ottengono la residenza permanente dopo 3 anni di rinnovi annuali, la ottengono d’ufficio, te la danno anche se non la vuoi, per dire, non scherzo. Non c’hanno voglia di vedere gente che per anni e anni sfila a Migraciones con fotocopie in mano. A quel punto possiamo votare alle amministrative, chiedere da subito la cittadinanza (un extracomunitario in Italia può farlo dopo DIECI anni di soggiorno regolare), occupare carichi nella pubblica amministrazione e viaggiare con il solo documento d’identità in tutto il Mercosur. A parte il diritto di voto attivo e passivo alle politiche e la possibilità di diventare giudici della Corte costituzionale (posso farci un pensierino), siamo equiparati in tutto e per tutto ai cittadini argentini.Allora, proprio oggi, mi sono fatta una domanda: perché la fulgida sinistra antirazzista italiana – quella che vede Rose Parks su ogni autobus e teme di ritrovarsi da un giorno all’altro in Alabama negli anni ’50 – grida “Aprite i porti!”, ma non “Aprite i seggi”?Forse perché non ha niente da temere dal richiedente asilo sbarcato dall’Eritrea che finirà a raccogliere i rifiuti con un asinello in un ridente paesino del Sud a caso (come faceva in Eritrea). Epperò, da qui al dargli il diritto di voto che poi mi vota Lega, insomma, non esageriamo. Forse perché più aumentano i gradi separazione più è facile essere buoni, generosi e antirazzisti?A questo punto lancio io la proposta. Aprite i porti, aprite gli aeroporti e aprite i seggi. Altrimenti ha ragione Salvini quando dice: “Prendetevelo voi un immigrato in casa”.