GERUSALEMME. LA LEZIONE DI TRUMP. PENSIAMOCI PRIMA DI VOTARE
Se c’è un luogo al mondo in cui si ha la sensazione di essere in più luoghi contemporaneamente è Gerusalemme.I vicoli di pietra collegano i quattro quartieri in cui risiedono la comunità ebraica, musulmana, cristiana e armena.Ci si accorge di esser passati da un quartiere all’altro per via dei colori, del buio, delle reti sui tetti, di qualche bandiera e di una presenza militare massiccia.Al primo fucile puntato addosso mi si gelò il sangue. Il secondo arrivò al check point. Poi il terzo, il quarto, e così via. Alla fine della missione le armi divennero pane quotidiano, insieme ai muri, visibili e non. E alla rabbia. Tanta rabbia.Sono mondi intrecciati fra loro da secoli di storia e convivono a stento. E a poco serve che le risoluzioni internazionali ricordino che Gerusalemme sia città di tutti e che nessuno può metterci il cappello. Accade ogni giorno, con un’espropriazione, un’occupazione, un’espulsione, acqua e cibo negati, un muro in più.Obama, a dicembre 2016, per la prima volta fece venir meno il veto statunitense in occasione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiese a Israele di finirla con la politica degli insediamenti e invitò al riconoscimento dello Stato di Palestina.Trump c’era già ma non era operativo, Israele si infuriò e il Presidente eletto minacciò di metterci mano a tempo debito.Così ha fatto, con la proposta di spostare l’ambasciata americana, accendendo un fiammifero in una città che è una bomba pronta a esplodere e compromettendo così decenni di tentativi di pace mai effettivamente raggiunta. E questo vuol dire una sola cosa: morti. Ecco, quando dite che il voto non serve a nulla, che è preferibile l’astensione, pensate a quanto possa fare la differenza avere a capo di una potenza mondiale un folle a digiuno di buona politica e buon senso.Dubito che gli americani si sentano responsabili del voto e delle vite che da quel voto dipendono, ma vorrei non facessimo la stessa fine. Che al governo di questo Paese non ci finissero coloro che alla vita e alla dignità delle persone non attribuiscono alcun valore, convinti che ci siano vite che meritano più di altre perchè non siamo tutti uguali, secondo loro.Perchè l’andazzo è questo.
