IL ROSATELLUM BIS SI BASA SULL’ACCORDO RENZI-BERLUSCONI
Il nuovo “Rosatellum” ricorda il nome e ha il sapore di un vinaccio indigeribile. Anzitutto perché riproduce un Parlamento a maggioranza di nominati impedendo ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti, ereditando così il peggio del “Porcellum” e riproducendo uno dei principali problemi della crisi di rappresentatività che attraversa la democrazia italiana. In secondo luogo perché dà vita a coalizioni “acchiappavoti”, false e strumentali, che si scioglieranno il giorno dopo le elezioni così da istituzionalizzare, forse per la prima volta in una legge elettorale, la pratica del trasformismo. Questi due limiti dipendono dal fatto che il “Rosatellum” si basa su un matrimonio di interessi tra Renzi e Berlusconi, ispirato e officiato da Verdini, che produrrà inevitabili inciuci di governo post elettorali: e non si tratterà di una necessità eventualmente imposta dal risultato elettorale come in passato, ma di un esito concordato prima delle elezioni, insito nei meccanismi della legge stessa. Siamo però sicuri che, se il “Rosatellum” venisse approvato, gli italiani non se lo berranno e, con il loro voto, sapranno fare giustizia di osti tanto spregiudicati
