LA (RETRO)MARCIA SINDACALE DI GRILLO
Il 18 gennaio 2013 l’ipse dixit era “Voglio uno Stato con le palle, eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti politici. Non c’è più bisogno dei sindacati. Le aziende devono essere di chi lavora”. Il 18 maggio 2013 una delegazione di parlamentari del Movimento 5 stelle partecipano, senza scomunica grillesca, il che equivale nella strana democrazia del movimento ad un imprimatur del Capo, alla manifestazione organizzata dalla FIOM. Cosa è cambiato in 4 mesi, anzi nei 4 mesi che hanno sconvolto la politica italiana? Il sindacato si è forse ringiovanito, e smarcato dai partiti? A quest’ultima domanda rispondo, con una certa sicurezza, di no; tuttalpiù è successo l’opposto, è il partito, il PD, ad essersi allontanato dal sindacato. Tant’è che non ha partecipato al corteo, salvo alcuni parlamentari a titolo personale. Ed allora perché, oggi, Grillo sembra aver superato il suo giudizio sull’inutilità del sindacato? La risposta sembra doversi cercare in una specie di nuovo corso politico del comico genovese. Partiamo da un presupposto. Dopo le elezioni di febbraio, il Movimento aveva ampi spazi di manovra, avrebbe potuto costruire ponti verso il PD, e o governare insieme o appoggiare esternamente un Governo delle sinistre, sapendo di essere in entrambi i casi indispensabili, con tutto ciò che questa posizione avrebbe comportato in termini di influenza politica. Ma così non è stato. Grillo ha chiuso i suoi in un isolamento incomprensibile, con il solo risultato, raggiunto grazie agli errori del PD, di aver rimesso in gioco, ed in un ruolo praticamente di potere semi-assoluto, Berlusconi ed il PDL. Risultato che ha avuto come conseguenza una perdita secca di voti, melius intenzioni di voto, per il suo Movimento; ed unitamente ai voti persi, inevitabilmente, dal PD, l’esito finale di questa sciagurata catena di errori è che, se si tornasse al voto oggi, il Cavaliere avrebbe una maggioranza schiacciante in Parlamento. Da qui il nuovo corso politico che prevede il tentativo di intercettare i voti in uscita dal PD. Non per nulla, oggi, nel comizio tenuto a Cinisello Balsamo, in vista delle amministrative, il padre-padrone del partito a 5 stelle tende una mano agli elettori del PD, chiedendo loro di “fare un percorso assieme”. Ma consapevole che l’elettore di sinistra, almeno quello più convinto, quello che crede ancora all’utopia dell’ideologia, difficilmente potrebbe avvicinarsi al suo populismo, piuttosto che ad una proposta politica seria, come quella di SEL, non manca di attaccare il partito di Vendola. D’altra parte anche il comico, leggendo i vari sondaggi, si deve esser reso conto di come SEL stiamo aumentando la propria percentuale di voti, chiaramente in uscita dal PD. La strategia però non prevede ancora, ipotesi diabolica evidentemente, di intavolare discorsi con i rappresentanti politici della sinistra, in vista di una possibile – ed altrove abbiamo già scritto anche probabile, al verificarsi di certe condizioni – rottura della vergognosa maggioranza attuale; bensì continuare l’azione di distruzione dei partiti, peraltro con PD il gioco non è invero complicato, con l’obiettivo di conquistarne gli elettori. Sinceramente riteniamo difficile che un elettorato maturo di sinistra possa cadere nella trappola del qualunquismo populista e de-ideologizzato del nuovo comico-politico italiano. Ma evidentemente Grillo pensa di poter riuscire nella sua azione. Intanto le prime mosse le ha fatte oggi, sia blandendo l’elettorato PD – ha detto che gli elettori pentastellati avrebbero le stesse idee di quelli di sinistra, e chissà cosa avranno pensato quelli di casa Pound -, sia con la presenza dei suoi al corteo della FIOM. Vedremo se questa tattica porterà a risultati concreti, o se si tratta solo di un tentativo destinato a fallire.
