MORTI SUL LAVORO, LA STRAGE CONTINUA!

Il bollettino di guerra (alla vita) si allunga. Ancora due morti sul lavoro, questa volta due LAVORATORI di origine sikh (India del nord-ovest). Non è solo un dovere riportare la notizia quanto sottolineare come nell’agenda governativa debba trovare spazio PRIORITARIO la soluzione di quella che è innegabilmente una problematica mai risolta in seno al mondo del lavoro. Inutile ripetere frasi trite e ritrite, è inammissibile che ancora nel 2019 si possa morire lavorando. Non bastano più le enunciazioni. Anche se il discorso di Conte alla Camera lascia aperta una porta alla speranza, occorre che siano i fatti a sostituirsi alle parole. Se non viene inserita tra le priorità finirà nel calderone dei tanti problemi che assillano il paese. L’apertura di una commissione di lavoro specifica per l’aggiornamento delle disposizioni attuative in materia, non è più rinviabile. Le morti bianche sono provocate da molti fattori e proprio su questi occorre aprire una riflessione che coinvolga tutti gli attori protagonisti o indirettamente partecipi al fine di un rilancio di proposte concrete. Si parla dei ritmi del lavoro stesso, delle condizioni di salute dei lavoratori, delle condizioni dell’ambiente di lavoro, delle misure preventive da adottare che variano da luogo a luogo e molto altro ancora. Dati alla mano, sia la legge 626/94 che il D.lgs 81/08 non possiamo certo dire che abbiano risolto il problema (è difficile anche dargli un nome adatto). Si tratta di due leggi teoricamente importanti ma che evidentemente trovano in fase di attuazione qualcosa che apre delle crepe che non sono state mai arginate. Servono nuove figure lavorative che supportino la corretta applicazione delle norme di sicurezza sul lavoro? Servono ulteriori proposte che riducano il rischio del cosidetto “drammatico imprevisto”? Siamo sicuri che si possano definire imprevisti o rimane una sottaciuta incapacità di arginare realmente una problematica mostruosa quanto impossibile da accettare?Anche chi scrive ha un compito importante, quello di mettere all’attenzione dei più, una realtà non più sostenibile né comprensibile. Non citeremo i numeri, tanto alti quanto agghiaccianti.Il momento dello stop, costi quel che costi, è venuto!Ogni altra parola sarebbe inutile e senza dubbio meno utile della necessità da parte di tutte le realtà sociali e politiche di mettere al primo posto la dovuta attenzione a quello che è diventato il dramma sociale per eccellenza.Morire sul lavoro non si può e non si deve!