PRIMO MAGGIO: E’ FESTA DEL LAVORO E SERVE CAPITALISMO BEN TEMPERATO
Primo Maggio ancora e sempre festa del Lavoro, dei lavoratori e lavoratrici, dei giovani precari, dei rider, festa dellapovera gente. E ilcapitalismo?Le profezie e le predizioni di una sua imminente fine sono state così tante, più e più volte annunciate, da avergli portato fortuna.Per cui, come acutamente ha osservatonel 2008, l’anno della devastante crisi finanziaria indotta dalla globalizzazione, dal capitalismo finanziario, l’economista socialista Giorgio Ruffolo,ha i secoli contati. Siccome per un dato di realtà oggettiva ci si vive dentro, e si sa bene che può fare ancoramoltissimo dal punto di vista produttivo, si dovrebbe perseguire, non già un irreale superamento, bensì un cambiamento graduale dalla testa: la produzione, alla coda: i consumi, non quelli superflui ma quelli durevoli, così da renderloben temperato. Prefigurare cioè una convivenza che abbia come fine quello di cambiare una macchina assai complessa mantenendola in corsa senza arrestarla, per costruire una nuova società, molto più umana, giusta, equa ed inclusiva dell’attuale. Una società più ricca perchè diversamente ricca,ideata nel 1967 dal socialista Riccardo Lombardi in occasione del Primo Maggio al Salone Matteotti di Torino, perchè capace di assicurare a tutti, uomini e donne, un salario dignitoso; il tempo libero per se stessi e per gli altri; un’ambiente salubre; un benessere reale fatto non solo del necessario per sopravvivere ma anche dell’indispensabile per vivere: istruzione, cultura, conoscenza, ricerca e sapere. Il capitalismo perquante storture, difetti, incongruenze si porti dentro e dietro, è pur sempre capace – e lo ha ampiamente dimostrato – di risorgere ogni volta, di risollevarsi da ogni crisi che pare averlo messo in ginocchio: e poi serve, è utile e anche indispensabile, alla stessa società per tutti quei beni – e non sono pochi – che hanno materialmente migliorato le condizioni di vita. Chi ieri non ha rinunciato all’auto, al frigorifero, alla radio, alla tv, oggi non rinuncia al cellulare, all’ipad, al pc, ad una comoda poltrona,per fare solo qualche esempio. Non solo, ieri come oggi ci si serve delle tante novità introdotte nella cura della persona: i farmaci salvavita, gli antibiotici, i vaccini, le sale operatorie, le terapie intensive. Certo il capitalismo persegue oggi come ieri per sua natura il profitto: alla sinistra che dovrebbe ancora credere che cambiare le cose è possibile spetta il compito di inventarsi un nuovo modello di società che oltre ad un capitalismo ben temperato tenga conto del benessere non solo materiale delle persone, degli esseri umani.
